“Persecuzione israeliana dei palestinesi” è il rapporto più letto dello HRW nel 2021

Tel Aviv – MEMO. Il rapporto di Human Rights Watch (HRW) su “Autorità israeliane e crimini d’Apartheid e persecuzione” è in cima alla lista dei rapporti più letti pubblicati nel 2021.

Secondo l’ONG, a differenza di altri rapporti, è stato scritto come una panoramica generale sul conflitto israelo-palestinese.

Il rapporto ha delineato la persecuzione e la discriminazione di Israele contro milioni di cittadini palestinesi nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza occupate illegalmente.

Il rapporto di HRW sulla persecuzione dei palestinesi da parte di Israele è arrivato in vetta alla classifica generale, che comprende rapporti su violenza sessuale contro le donne in India, le esecuzioni extragiudiziali nelle Filippine, i crimini legati al sesso digitale in Corea del Sud e altri.

“Le leggi, le politiche e le dichiarazioni dei principali funzionari israeliani chiariscono che l’obiettivo di mantenere il controllo ebraico israeliano su demografia, potere politico e terra ha guidato a lungo la politica del governo”, afferma il rapporto.

“Nel perseguire questo obiettivo, le autorità hanno espropriato, confinato, separato con la forza e soggiogato i palestinesi in virtù della loro identità, con vari gradi di intensità. Queste privazioni sono così gravi che equivalgono ai crimini contro l’umanità dell’Apartheid e della persecuzione”.

Prima del rapporto di HRW, pubblicato ad aprile, il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha classificato Israele come uno stato di “Apartheid” che “promuove e perpetua la supremazia ebraica tra il Mar Mediterraneo e il fiume Giordano”. Facendo eco al rapporto delle Nazioni Unite del 2017 che concludeva che Israele praticava l’Apartheid, B’Tselem ha respinto l’idea sbagliata popolare secondo cui il regime israeliano è una democrazia, all’interno della linea verde (dell’armistizio del 1949).

A giugno, anche due ex-ambasciatori israeliani in Sudafrica hanno denunciato Israele come stato d’Apartheid, tracciando parallelismi con il sistema di segregazione razziale sudafricano, terminato nel 1994.