I piani d’Israele per trasferire con la forza la comunità di Khan al-Ahmar

Gerusalemme – PIC. Giovedì i rappresentanti dell’esercito israeliano e l’Amministrazione civile (CA) hanno notificato agli abitanti palestinesi di Knan al-Ahmar, a est di Gerusalemme, che l’unica opzione rimasta loro è di spostarsi ad al-Jabal, un luogo di insediamento assegnato alla comunità accanto alla discarica di Abu Dis. E’ quanto ha riportato B’Tselem, la ong israeliana per i diritti umani.

L’avvocato della comunità, Shlomo Lecker, ha chiaramente avvertito il funzionario responsabile dell’Amministrazione civile che non può incontrare i suoi clienti senza il suo consenso e la sua presenza – eppure l’Amministrazione civile ha proseguito senza alcun riguardo.

Ciò è successo prima dell’udienza prevista dinanzi alla Corte Suprema per lunedì 25 settembre sulla petizione della comunità contro il piano israeliano di demolire tutte le strutture e sulla petizione da parte delle colonie nell’area di Ma’ale Adumin di demolire la scuola Khan al-Ahmar. Le azioni dell’Amministrazione civile sembrano spianare la strada affinché il governo israeliano dichiari che sta agendo con buone intenzioni e che ha consultato la comunità.

La demolizione di un’intera comunità nei Territori occupati è quasi senza precedenti dal 1967. Secondo la quarta Convenzione di Ginevra, che Israele è obbligato a rispettare in tutte le sue iniziative in Cisgiordania, ciò equivale a un trasferimento forzato di persone protette, che costituisce un crimine di guerra.

La scorsa settimana B’Tselem ha mandato una lettera urgente al primo ministro di Israele, ai leader del governo e agli ufficiali militari avvertendoli che demolire le comunità palestinesi di Sussia e Khan al-Ahmar, come programmato, costituirebbe un crimine di guerra per il quale si sarebbero assunti una responsabilità personale.

B’Tselem ha compiuto una mossa anomala dopo che due settimane fa il ministro della guerra Avigdor Lieberman ha detto alla stampa che il suo dicastero si stava “preparando per l’evacuazione delle comunità palestinesi costruite senza autorizzazione” e che “si stava lavorando alla realizzazione di piani per evacuare nel giro di pochi mesi i villaggi palestinesi di Sussia, nelle colline a sud di Hebron, e Khan al-Ahmar vicino Ma’aleh Adumim”.

Il trasferimento forzato di Khan al-Ahmar permetterà future espansioni di colonie, incluso l’area chiamata E1 – un progetto promosso in parte dalla lobby dei coloni. Domenica 27 agosto, centinaia di coloni, appoggiati dai membri del Parlamento israeliano (Knesset) Shuli Mualem e Moti Yogev (entrambi del partito della Casa Ebraica), hanno manifestato vicino alla comunità di Khan al-Ahmar, facendo pressioni sul governo per procedere con la demolizione del progetto.

Khan al-Ahmar, che si estende su una terra che Israele ha riservato per l’espansione delle colonie vicino Ma’ale Adumim, a est di Gerusalemme, è la casa di 21 famiglie, per un totale di 146 persone, compresi 85 minorenni. Ha una moschea e anche una scuola di zona che è stata istituita nel 2009 ed è utile a più di 150 bambini tra i sei e i quindici anni – alcuni di loro vengono dalle comunità limitrofe.

Traduzione di Daniela Caruso