Piani in corso – Un rapporto recente suggerisce che la Cisgiordania sarà presto annessa da Israele

 (Foto: via Issa Amro TW Page).

Palestine Chronicle. Di Robert Inlakesh. È molto probabile che l’annessione de jure della Cisgiordania venga attuata in quella che è nota come “Area C”, che costituisce circa il 60% del territorio totale e contiene vaste riserve di acqua dolce, terreni coltivabili e altre risorse.

Un recente rapporto pubblicato dal giornalista investigativo vincitore del Premio Pulitzer, Seymour Hersh, indica che è in corso un piano affinché Israele possa annettere formalmente la Cisgiordania occupata entro le prossime settimane. Si dice che ciò faccia parte di un’iniziativa più ampia e globale volta a uccidere tutte le speranze per una soluzione a due Stati.

Mentre il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si trova messo alle strette da fronti di guerra senza fine in Libano e Gaza, ai quali rifiuta di rinunciare, la sua sopravvivenza politica sembra appoggiarsi sempre di più sull’ulteriore perfezionamento di un gabinetto di governo formato da religiosi ultranazionalisti fanatici e lealisti.

Quando Israele ha deciso di dichiarare guerra al Libano, a metà settembre, lo ha fatto con una serie di promesse rivolte all’opinione pubblica, come il ritorno di circa 100.000 coloni nelle loro case, nel nord della Palestina occupata, e la sconfitta di Hezbollah che sarebbe stato spinto oltre il fiume Litani, nel sud del Libano. Tuttavia, sembra che si sia avverato il contrario: sempre più israeliani sono fuggiti dal nord, a causa di un aumento del numero di proiettili sparati verso le aree in cui vivono.

La svolta israeliana verso il Libano è avvenuta quasi immediatamente dopo che l’operazione militare, che aveva preso di mira la città più a sud di Gaza, Rafah, era arrivata a un vicolo cieco e non era riuscita a ottenere le vittorie che Benjamin Netanyahu si era prefissato il 7 ottobre 2023.

Avendo fallito nella Striscia di Gaza, non essendo riusciti a sconfiggere Hamas e a restituire i prigionieri con la forza, era necessaria una distrazione. Subito dopo, allora, il Libano è diventato una nuova Rafah. I colpi sferrati contro Hezbollah, insieme alle circa 3.500 persone uccise in tutto il Libano, però non sono riusciti a sconfiggere o addirittura a scoraggiare la resistenza libanese.

Le forze di terra israeliane non sono riuscite a conquistare una porzione significativa del Libano meridionale, mentre Hezbollah continua a intensificare quotidianamente il lancio di missili, droni e razzi.

Ora, il primo ministro israeliano, che aveva sciolto il suo gabinetto di guerra d’emergenza a giugno e recentemente aveva deciso di sostituire il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, con un lealista inesperto di nome Israel Katz, è nuovamente pronto a registrare un altro “risultato”. Secondo fonti anonime di Washington che hanno parlato con il giornalista veterano Seymour Hersh, nel breve periodo delle prossime due settimane, il nuovo “successo” di Benjamin Netanyahu potrebbe essere l’annessione de jure della Cisgiordania.

Alcuni analisti hanno ipotizzato che Netanyahu agisca da solo, come una sorta di dittatore, nel portare avanti tali azioni. La realtà è che, sebbene debba farsi strada attraverso un campo minato politico ostile per mantenere il suo potere, sta ricevendo il pieno sostegno dell’establishment politico, militare e di sicurezza israeliano nelle misure aggressive che sta intraprendendo. Questo perché Netanyahu sta facendo attivamente politica, mentre mette in atto gli sforzi sionisti più estremi, usando la copertura della sua guerra in corso per farla franca.

Ad esempio, non sarebbe stato politicamente possibile per lui commettere un genocidio e una pulizia etnica di massa a Gaza, senza la propaganda di guerra che l’intero establishment israeliano ha utilizzato come arma. Né avrebbe ricevuto sostegno per un massiccio attacco al Libano, se la situazione non si fosse già deteriorata drammaticamente a livello interno.

Ora, con una mossa certamente in linea con le aspirazioni del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e del ministro della Sicurezza, Itamar Ben Gvir, l’annessione della Cisgiordania sembra essere all’ordine del giorno.

Tuttavia, tutto questo non è solamente dovuto al fatto che il premier israeliano sia tenuto in ostaggio da membri fanatici dell’alleanza del Partito del Sionismo Religioso. Si tratta invece l’attuazione di un obiettivo che Netanyahu ha pubblicamente promesso di raggiungere a partire dal 2019.

È molto probabile che l’annessione de jure della Cisgiordania venga attuata in quella che è nota come “Area C”, che costituisce circa il 60% del territorio totale e contiene vaste riserve di acqua dolce, terreni coltivabili e altre risorse. Anche l’attuale capo di stato maggiore militare israeliano, Herzi Halevi, vive in un insediamento in Cisgiordania.

Non è un caso che la miliardaria più ricca d’Israele, Miriam Adelson, abbia donato alla campagna del leader del partito repubblicano Donald Trump 100 milioni di dollari come contropartita che consentirà a Israele di annettere la Cisgiordania. Questo tipo di denaro investito in un candidato non avviene a meno che tale politica non sia già in programma. Ciò indica che l’annessione non è una strategia semplicemente saltata fuori dal nulla.

Tuttavia, se tale misura dovesse essere attuata, il governo israeliano si troverebbe inevitabilmente ad affrontare i grossi problemi che emergerebbero da un simile scenario. È difficile interpretare cosa accadrà esattamente a livello popolare all’interno del territorio, soprattutto considerando la condanna a morte di fatto che l’annessione imporrebbe all’Autorità Palestinese.

Alcuni gruppi palestinesi per i diritti umani hanno già avvertito che la popolazione di coloni israeliani, pesantemente armata, potrebbe cercare di lanciare una guerra contro i civili nel territorio, con l’obiettivo di portare avanti una pulizia etnica nei villaggi e nelle città. Se dovessimo assistere a un simile sviluppo, immaginiamo che possa scatenare una significativa ribellione armata.

È anche probabile che alla fine vedremo un’altra svolta verso la Siria, che aprirà un nuovo vaso di Pandora per Tel Aviv. Ogni nuovo fronte aperto da Israele è una nuova catastrofe per i civili nell’area presa di mira, ma rappresenta anche un altro errore strategico per Israele a lungo termine.

Robert Inlakesh è un giornalista, scrittore e regista di documentari. Il suo lavoro si concentra sul Medio Oriente, e specialmente la Palestina. Ha contribuito con questo articolo a The Palestine Chronicle.

Traduzione per InfoPal di Lidia Salvatori