Più di 500 donne e 5000 bambini arrestati durante l’Intifada di Al-Aqsa.

Dal nostro corrispondente.

Più di 500 donne palestinesi e 5000 bambini sono stati arrestati durante l’Intifada di Al-Qqsa. 60 sono deceduti nei Centri di detenzione e nelle prigioni israeliane.

 

Domenica 15 ottobre, il ministero per gli Affari dei Prigionieri e degli ex detenuti, ha reso noto che la politica degli arresti, praticata dalle forze di occupazione israeliane nei confronti del popolo palestinese, durante i sei anni passati (inizio dell’Intifada di Al-Aqsa), è in piena espansione.

Il rapporto del Centro statistica del ministero ha comunicato che dall’inizio dell’occupazione israeliana della Palestina ha preso il via la politica degli arresti di massa. Tali arresti non si sono limitati a una fascia di età, ma hanno coinvolto anche bambini, anziani e giovani, ragazze, donne e madri, e qualche volta intere famiglie, portatori di handicap, feriti e malati.

Il sig. Abdelnaser Frawneh, direttore del Dipartimento di statistica, ha spiegato che gli arresti hanno toccato tutte le fasce della società: il medico, l’insegnate, l’operaio, il dirigente politico, l’attivista dei diritti umani.

A ciò bisogna aggiungere il rapimento di deputati e ministri – primi fra tutti, il presidente del Consiglio legislativo palestinese e il vice-primo ministro.

Il rapporto sottolinea che le forze di occupazione hanno usato la politica dei rapimenti dei cittadini servendosi di forze speciali travistite da arabi, di valichi e posti di controllo militare distribuiti sulle strade e agli ingressi dei campi profughi. Le città sono diventate, così, trappole per dare la caccia ai cittadini. A questi si aggiunge l’arresto di centinaia di pescatori palestinesi da parte delle motovedette militari israeliane.

Il rapporto evidenzia che l’aspetto più pericoloso è l’utilizzo di innocenti inermi come scudo umano durante l’arresto degli altri cittadini; in molti casi sono state usa anche le case e gli uffici pubblici – per esempio, le scuole – come centri di detenzione.

Durante l’Intifada di Al-Aqsa, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato più di 500 donne e 5000 bambini, oltre alle migliaia di altri cittadini trattenuti in carcere per pochi giorni, oppure ore, nei posti pubblici (scuole, università, piazze, posti di blocco, insediamenti, ecc.).

Frawneh ha sottolineato che l’attuale sesto anno di Intifada è caratterizzato da molte operazioni di arresto, in particolare dopo il sequestro del soldato israeliano Jilad Shalit da parte delle fazioni della resistenza palestinese nella Striscia di Gaza. Dal 25 giugno 2006 fino alla fine di settembre, le forze di occupazione hanno arrestato più di 1500 cittadini palestinesi.

60 prigionieri sono deceduti a seguito delle torture e della mancanza di cure; altri sono stati uccisi dopo l’arresto.

Il rapporto chiarisce che molti prigionieri sono stati rinchiusi in luoghi "non adatti agli esseri umani": posti privi delle minime condizioni umanitarie – ciò, in violazione delle leggi e dei trattati internazionali.

Le condizioni di vita dei prigionieri sono peggiorate e il loro trattamento è diventato più duro. Durante l’Intifada di Al-Aqsa, alla lunga lista delle vittime del movimento nazionale dei detenuti si sono aggiunti i 60 detenuti morti in carcere per le torture o la mancanza di cure, oppure per le uccisioni dopo l’arresto. Il numero totale di vittime nel movimento dei detenuti è arrivato a circa 183.

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