Più di 6300 coloni hanno preso d’assalto al-Aqsa dall’inizio del 2014

images_News_2014_05_27_settlers_300_0GerusalemmeQuds Press. Alcuni dati pubblicati da una fondazione palestinese attiva nella difesa dei luoghi santi islamici nei territori palestinesi occupati nel 1948, hanno svelato che dall’inizio del 2014, e fino al 3 giugno, 6311 tra coloni e membri dell’occupazione hanno preso d’assalto la moschea di al-Aqsa. Tra di essi vi sono coloni, polizia, agenti dei servizi segreti e soldati che hanno operato nell’ambito del cosiddetto programma di”addestramento e ricognizione militare”, a cui vanno aggiunte le incursioni militari eseguite dalle forze d’intervento veloce e dalle forze speciali  contro i fedeli che sono soliti pregare all’interno della moschea.

La Fondazione al-Aqsa per il Waqf e i Beni culturali ha reso noto in un comunicato stampa diffuso da Quds Press che “coloro che hanno preso d’assalto la moschea sono coloni e gruppi ebrei (5707 coloni), e dal 1 giugno fino al 3, 631 tra coloni e membri dell’occupazione l’hanno profanata e fattovi irruzione”.

La fondazione ha avvertito che tale statistica, assieme agli eventi a questa collegata, sia per quanto riguarda i fatti locali avvenuti nella moschea di al-Aqsa, che i piani o le proposte di piani da eseguire, comprese le dichiarazioni su quanto concerne le mire che si hanno sulla moschea, nello specifico il progetto di una sua partizione nel tempo e nello spazio, la presentazione di proposte di legge in tal senso, e l’imposizione di un regolamento per compiere in essa le preghiere ebraiche, “mostrano una pericolosa escalation che riguarda la moschea di al-Aqsa dall’inizio dell’anno”.

La fondazione al-Aqsa ha dunque invitato musulmani, arabi, e palestinesi ad agire e a prendere decisioni urgenti e decisive perché Gerusalemme e al-Aqsa abbiano la meglio sugli occupanti, affermando inoltre che le attività di sostegno continuo, così come il rafforzamento e l’intensificarsi della presenza quotidiana ad al-Aqsa da parte della gente di Gerusalemme e dell’interno della Palestina, prende spesso la forma di uno scudo umano posto a proteggere e difendere la moschea.

Traduzione di Michele Di Carlo