Nelle lettere che il presidente del PNC, Saleem al-Za’anoon, ha inviato ai capi dei parlamenti e delle federazioni, in particolare all’Unione interparlamentare, ha ricordato ai parlamenti la loro responsabilità legale e morale di condannare i criminali e fermare la pulizia etnica dei palestinesi di Gerusalemme, che vengono sfrattati dalle loro case a Sheikh Jarrah.
Le lettere del PNC spiegano che queste minacce di sfratto prendono di mira 28 case abitate da 500 palestinesi, appartenenti alle famiglie al-Jauni, al-Kurd, al-Qasim e Iskafi nel quartiere di Sheikh Jarrah, nella Gerusalemme occupata, e l’obiettivo è quello di stabilire 200 unità coloniali al loro posto, nel contesto dell’ebraicizzazione della città santa.
Queste abitazioni furono create per i rifugiati palestinesi che vennero sfollati dalle loro case nel 1948, ha chiarito il PNC, secondo un accordo concluso nel 1956 con il governo giordano e l’UNRWA, ovvero prima dell’occupazione israeliana della Gerusalemme Est, avvenuta nel 1967.
Le lettere del PNC descrivono ciò che accade ora come un crimine di pulizia etnica, che mira a spostare la popolazione civile palestinese da alcune aree geografiche e “ripulirle”, usando metodi violenti, terroristici e coercitivi, in violazione delle pertinenti convenzioni di Ginevra, oltre a costituire un crimine contro l’umanità e di guerra, in conformità con i principi e le disposizioni della Corte penale internazionale.
Il popolo palestinese cerca di ottenere giustizia, oltre a volere che i criminali di guerra vengano processati e condannati, affermano le lettere del PNC. Pertanto, i parlamenti devono rispettare il diritto internazionale, dichiarare la loro posizione, esercitare i loro sforzi per scoraggiare questi crimini e garantire che le misure previste dallo statuto della Corte penale internazionale siano applicate.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.