Polizia perquisisce abitazioni di attivisti israeliani

di Mya Guarnieri

Tell er-Rabi' (Tel Aviv) – Ma'an. Questa volta, ad essere colpiti dalla polizia, sono stati gli attivisti israeliani che avevano preso parte alle manifestazioni contro il Muro d'Apartheid nei Territori palestinesi occupati.

Oggi, alcuni di essi hanno subito perquisizioni da parte della polizia speciale che non ha presentato alcun mandato.

Tra le varie testimonianze delle vittime si riportano confische di computer, foto, abiti e altri effetti personali.

Di recente, lo Shin Bet, i servizi d'Intelligence interna, avevano invitato gli attivisti a presentarsi presso le proprie sedi per una “chiacchierata amichevole”, ma tutti gli attivisti israeliani si erano rifiutati e avevano sollevato l'assenza di qualunque base legale a sostegno di tale richiesta.

La scorsa settimana, un tribunale di Tel Aviv aveva condannato un noto attivista israeliano di sinistra, Jonathan Pollak, a tre mesi di detenzione per aver preso parte ad una protesta pacifica a Tel Aviv contro l'illegale assedio israeliano sulla Striscia di Gaza.

La protesta per la quale Pollak è stato l'unico ad essere arrestato, si era svolta nel 2008; inoltre, la notizia della sua condanna carceraria va posta nel costante attivismo all'interno del Comitato popolare in Cisgiordania.

Ancora, nel dicembre 2010, Matan Cohen, attivista della campagna di boicottaggio (Bds) e studente negli Stati Uniti, era stato detenuto per ore all'aeroporto di Ben Gurion. Interrogato a lungo, gli fu detto di che era sospettato di “attività terroristiche ostili”.

In seguito all'episodio che lo aveva riguardato personalmente, Cohen aveva dichiarato: “In definitiva, si tratta di aspetti della repressione politica nei confronti degli attivisti contro l'Apartheid in generale, quelli di Bds in particolare”.

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