Posizione ufficiale del Pchr: le elezioni palestinesi alla luce dell’irrisolta frammentazione interna

 

PCHR

Centro palestinese per i diritti umani


10 febbraio 2011

Nella sua seduta dell'8 febbraio 2011, il governo palestinese di Ramallah ha deciso di indire le elezioni dei consigli locali in data sabato 9 luglio 2011, chiedendo alla Commissione elettorale centrale (Cec) di avviare i preparativi tecnici.

Questa decisione riapre la controversia sulle elezioni, che riflette la frammentazione presente all'interno dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) fin dal giugno 2007. La decisione, mentre è stata accettata con favore da alcune fazioni politiche (in particolare dal movimento di Fatah), è stata respinta da altre (come Hamas). Non è la prima volta che vengono annunciate le elezioni dei consigli locali: l'8 febbraio 2010, il governo palestinese di Ramallah aveva stabilito che le votazioni si sarebbero tenute il 17 luglio dello stesso anno, sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza. Ancora prima, il 23 ottobre 2009, il presidente palestinese Mahmud 'Abbas annunciò di essere pronto a emanare un decreto che avrebbe convocato delle giuste elezioni per la presidenza e il parlamento dell'Anp, in data 24 gennaio 2010.

Negli ultimi tre anni, il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) ha seguito da vicino la disputa e pubblicato diverse dichiarazioni che delineavano chiaramente le sue posizioni sullo svolgimento delle elezioni – presidenziali, legislative o locali che fossero.

Nel gennaio 2009, allo scadere del mandato presidenziale di 'Abbas – quattro anni secondo la Legge di base palestinese -, emerse una controversia sulla convocazione delle nuove elezioni. I media riportarono affermazioni opposte da parte di varie personalità dei movimenti di Fatah e Hamas e delle istituzioni dell'Anp, divise fra i due partiti rivali. In particolare, Hamas sostenne che il mandato del presidente termina a quattro anni dalle ultime elezioni e che, in assenza di nuove votazioni, la poltrona rimane vacante e spetta al presidente del Consiglio legislativo (Clp) occuparla per sessanta giorni, durante i quali andrebbero indette le nuove elezioni. Fatah adottò invece una posizione diversa, sostenendo che il mandato presidenziale era stato esteso in base alla legge elettorale n. 9/2005, in modo da permettere l'organizzazione di nuove elezioni presidenziali e legislative dopo lo scadere del mandato del Clp, nel 2010.

All'epoca, il Pchr dichiarò la propria posizione ufficiale con un comunicato dal titolo “Controversia sulla fine del mandato presidenziale”. Nel documento, tra le altre cose, il Pchr esprimeva il proprio totale appoggio nei confronti del principio di elezioni regolari, legato al suo sostegno per la riforma democratica. Ciononostate, il Pchr evidenziò anche come indire delle elezioni richieda determinate condizioni, oltre a un ambiente che garantisca giustizia e trasparenza nel corso dell'intero processo elettorale, in modo da assicurare che il risultato rifletta le scelte degli elettori. Tale prerequisito non è soddisfatto in una situazione di frammentazione politica, come viene dimostrato dagli abusi commessi dai due governi di Gaza e Ramallah ai danni delle libertà pubbliche e dei diritti fondamentali dei palestinesi.

La disputa sulle elezioni si rinnovò il 23 ottobre 2009, quando un decreto del presidente 'Abbas scelse il 24 gennaio dell'anno seguente come data delle elezioni presidenziali e parlamentari. Secondo Hamas, tuttavia, era impossibile indire delle votazioni alla luce della frammentazione politica, e bisognava dunque agire secondo la Legge di base, la quale stabiliva che il Clp avrebbe dovuto continuare i propri lavori finché i suoi nuovi membri non avessero prestato giuramento.

Il 25 ottobre 2009, il Pchr pubblicò un secondo comunicato, nel quale si concludeva che il decreto presidenziale era costituzionalmente legittimo, ma che non vi era modo di attuarlo per via delle avverse condizioni politiche, e che la riconciliazione nazionale rappresentava una precondizione vitale per le elezioni.

La terza ondata di dispute ebbe inizio l'8 febbraio dell'anno scorso, quando il Consiglio dei ministri di Ramallah programmò le elezioni locali in Cisgiordania e Striscia di Gaza per il 17 luglio. Va ricordato che l'ultimo dei mandati dei consiglieri locali era scaduto nel maggio 2005, e che i due governi di Cisgiordania e Striscia di Gaza avevano nominato alcuni nuovi rappresentanti per via diretta, scegliendoli anche tra persone vicine ai membri dei governi stessi.

Le elezioni di rinnovo dei rappresentanti dei consigli locali si erano infatti tenute in diverse fasi, a partire dalla fine del 2004. La prima parte della prima fase ebbe luogo il 23 dicembre 2004 in ventisei consigli locali della Cisgiordania, mentre la seconda parte della prima fase ebbe luogo in dieci consigli della Striscia, il 27 gennaio 2005. La seconda fase iniziò il 5 maggio 2005 in ottantaquattro consigli locali di Gaza e Cisgiordania. La terza fase, che riguardava le grandi città, non ebbe mai luogo, e i consigli locali che rimanevano vengono ancor oggi rinnovati direttamente dalle autorità centrali.

Il Pchr pubblicò così un terzo comunicato riguardo alla convocazione delle elezioni del luglio 2010. In esso, il Centro ribadì che si trattava di una mossa irrealistica, di fronte alle continue divisioni interne.

Più avanti, nella seduta del 10 giugno, il governo di Ramallah decise di cancellare la suddetta data e rinviò le votazioni. Il 13 dicembre, quindi, l'Alta corte di giustizia di Ramallah stabilì di annullare la decisione del 10 giugno, dopo il ricorso di uno dei candidati.

In vista del rinnovo del diverbio sulle elezioni in Palestina, il Centro palestinese per i diritti umani vorrebbe chiarire le proprie posizioni come segue:

  1. Il Pchr evidenzia il proprio totale sostegno a favore di una riforma democratica dell'Anp, sottolineando che la democrazia richiede, tra le altre cose, lo svolgimento di elezioni giuste, regolari e trasparenti, attraverso le quali gli elettori possano scegliere liberamente dei deputati che rappresentino la volontà del popolo, e che rispondano delle loro azioni di fronte al popolo stesso.

  2. Le elezioni devono essere inserite all'interno di un generale processo di democratizzazione. Qualsiasi votazione per il rinnovo di un capo di Stato, di un parlamento o di un ente locale richiede determinate condizioni, necessarie per l'organizzazione di elezioni giuste e trasparenti che riflettano la volontà dei cittadini. Tali condizioni includono, tra le altre, il mantenimento delle libertà pubbliche, ovvero la libertà di parola e di opinione, la libertà di riunione e di associazione; la liberazione di tutti i detenuti politici; la rimozione dei divieti imposti alle attività politiche (le attività di Hamas in Cisgiordania e quelle di Fatah nella Striscia di Gaza); l'autorizzazione ad operare liberamente per tutte le istituzioni media.

  3. Il Pchr punta il dito contro la grave situazione delle libertà pubbliche e delle violazioni dei diritti umani, che stanno toccando livelli senza precedenti nei territori dell'Anp. Secondo il monitoraggio e le indagini del Pchr, la maggioranza delle violazioni dei diritti umani commesse dai palestinesi ai danni dei palestinesi è dovuta alle divisioni interne. Il Pchr ricorda quindi che la salvaguardia dei diritti e delle libertà dei palestinesi è richiesta dalla costituzione, e che le violazioni commesse in Cisgiordania e Striscia di Gaza rappresentano violazioni della Legge di base. Per questo motivo, la fine della frammentazione politica è una precondizione necessaria perché si svolgano elezioni giuste e trasparenti, che riflettano l'opinione degli elettori.

  4. Le elezioni non si possono preparare senza fornire delle garanzie giuridiche, o senza la creazione di un sistema giudiziario unificato e indipendente, che includa in particolare una corte neutrale e indipendente adibita alla sistemazione delle questioni relative alle elezioni.

  5. La crisi attuale dell'Anp è di natura politica, e non legale o costituzionale. L'unico modo di porvi fine è attraverso un dialogo nazionale ed onnicomprensivo.

  6. Il mandato concesso dal popolo tramite le elezioni presidenziali del 2005 e quelle legislative del 2006 non è aperto, ma è scaduto a partire dal 24 gennaio dell'anno scorso, ovvero dal termine del mandato del Clp. Per questo motivo, pur non denunciando l'esistenza di un vuoto di potere, il Pchr sottolinea che nessun rappresentante politico può attualmente rivendicare di stare agendo in maniera democratica o di rappresentare la volontà del popolo. A quest'ultimo spetta di rinnovare i mandati, sullo sfondo di una riconciliazione nazionale totale.

  7. Le forze politiche e la società civile devono dare la priorità alla fine delle divisioni interne e alla riconciliazione. Occorre adottare misure rapide e concrete, poiché a pagare il prezzo delle discordie sono il popolo palestinese e la sua causa nazionale. Allo stato attuale, i palestinesi sono più lontani che mai dalla fine dell'occupazione israeliana e dalla conquista del loro diritto legittimo e inalienabile all'auto-determinazione.


Documento pubblico


Per ulteriori informazioni, chiamate l'ufficio del Pchr a Gaza, al +972 8 2824776 o allo +972 8 2825893

Pchr, 29 Omer El Mukhtar St., El Remal, PO Box 1328 Gaza, Gaza Strip. E-Mail: pchr@pchrgaza.org, http://www.pchrgaza.org

Le elezioni presidenziali palestinesi ebbero luogo il 9 gennaio 2005, e Mahmud 'Abbas prese il potere in accordo con i risultati delle votazioni. L'articolo 36/2005 dell'emendamento della Legge di base stabilisce che: “Il mandato della presidenza dell'Anp dovrà durare quattro anni. Il presidente avrà il diritto di auto-incaricarsi per un secondo mandato, purché non occupi la carica per più di due mandati consecutivi”.

Per leggere il comunicato, pubblicato nel settembre 2008, visitate il sito del Pchr.

Per ulteriori informazioni sulla posizione del Pchr riguardo al decreto di 'Abbas, leggere “La riconciliazione è un prerequisito per le elezioni; il decreto presidenziale è costituzionalmente corretto, ma inappropriato e inattuabile senza riconciliazione”, pubblicato dal Pchr il 25 ottobre 2009.

Per ulteriori informazioni, leggere: “Posizione ufficiale: la convocazione di nuove elezioni locali nei territori dell'Anp per il luglio 2010”, pubblicato dal Pchr il 18 febbraio di quell'anno.

Per ulteriori informazioni sulla posizione del Pchr nei confronti di questo decreto, leggere il comunicato stampa “Il Pchr accoglie con favore la decisione di cancellare le elezioni locali per la mancanza di condizioni appropriate per lo svolgersi di giuste elezioni”, pubblicato il 15 giugno 2010, riferimento n. 47/2010.

 

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