Pps: documenti provano il coinvolgimento di Israele nell’omicidio dei prigionieri

-1040913720PIC. Qaddura Fares, capo della Società per i prigionieri palestinesi, afferma che l’organizzazione possiede parecchie testimonianze e documenti che provano il coinvolgimento di Israele nel crimine di omicidio premeditato contro i prigionieri palestinesi. La pratica ha portato alla morte di molti di loro, in seguito alla tortura durante il processo di investigazione così come alla negligenza medica.

Fares, che ha già testimoniato in passato ad Amman, in Giordania, davanti all’ufficio del procuratore (OTP) della Corte Criminale Internazionale (ICC), in merito alle violazioni delle forze di occupazione israeliane nel trattamento dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, ha spiegato che l’IOA “segue, nel corso della detenzione amministrativa del prigioniero, procedure e politiche sistematiche che sono totalmente incoerenti con le leggi internazionali che garantiscono diritti e dignità ai prigionieri. Le trasgressioni israeliane costituiscono una sfacciata trasgressione della dignità umana, che non ha più valore umano o morale per l’IOA.

Fares aggiunge: “Alla ICC è stato impedito da parte di Israele di visitare la Palestina in modo da vedere l’amara realtà vissuta dai prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, e per ascoltare le esperienze degli ex-prigionieri nelle carceri israeliane, perché sa bene che le azioni che compie contro i prigionieri sono umanamente sbagliate e teme che queste pratiche potrebbero portare a procedimenti giudiziari e di responsabilità; quindi vi chiediamo di sostenere la responsabilità umana e morale verso tutto ciò e di insistere nel visitare queste prigioni, specialmente l’ospedale-prigione di Ramle. Il capo della PPS ha poi continuato a fornire maggiori dettagli al comitato della ICC in merito alle misure adottate da Israele nei confronti dei prigionieri palestinesi.

Negligenza medica

In questo contesto, Fares riferisce nella sua testimonianza che la negligenza medica è il crimine peggiore e più atroce commesso dalle autorità di occupazione israeliane contro i prigionieri palestinesi, crimine che ha portato alla morte di decine di prigionieri, sia mentre erano in prigione che dopo pochi giorni, settimane o mesi dopo il loro rilascio.

A questo proposito, secondo Fares, la diagnosi delle malattie dei detenuti è trascurata; e questo porta al peggioramento della malattia. Inoltre, sono stati somministrati ai detenuti alcuni farmaci non adatti al consumo umano; gli sono stati somministrati farmaci non adatti alla patologia di cui soffrivano prima ancora di averla diagnosticata, con conseguenti complicazioni.

L’IOA persegue una politica di negligenza medica attraverso varie pratiche, tra cui: la posticipazione, per periodi molto lunghi, di radiografie e risonanze magnetiche o esami necessari a diagnosticare la malattia, con la conseguenza di una grande sofferenza e di un aggravarsi della malattia stessa; il ritardo di interventi chirurgici urgenti e necessari; il trasferimento di prigionieri malati nel “Bosta” un grande veicolo, che è come una grande gabbia di ferro, dove fa molto freddo in inverno, caldo e soffocante in estate, e attraverso il quale il viaggio dura molte ore, più di dieci, di solito.

Fares sottolinea inoltre come venga impedito ai prigionieri di ricevere un’istruzione. Infatti, il servizio carcerario israeliano ha impedito per cinque anni ai prigionieri di sostenere gli esami di maturità, bloccandone quindi l’ammissione all’università ebraica, anche se era stata loro consentita dopo svariati scioperi collettivi della fame. Inoltre, le forze di occupazione hanno imposto molte limitazioni all’introduzione di libri nelle prigioni.

Il capo della PPS ha inoltre parlato a lungo dei luoghi di detenzione, del cibo, dei vestiti, delle coperte, dei prodotti di pulizia e di come venga impedito ai prigionieri il culto religioso come misura punitiva, del fatto che la prigione amministrativa non si occupi, ad esempio, delle particolari esigenze di digiuno del mese di Ramadan, delle preghiere del venerdì o delle festività, malgrado le continue richieste da parte dei prigionieri.

In merito al trattamento dei minori, Fares dichiara che le autorità di occupazione trattano i minori e i ragazzi come dei prigionieri adulti in termini di condizioni di arresto, interrogatorio, processo e detenzione, non viene applicata alcuna norma speciale che li consideri dei minori, ma al contrario la loro innocenza e ignoranza delle leggi viene spesso sfruttata per passare alcune procedure che non vengono applicate agli adulti.

La delegazione dell’ICC ha ascoltato per tre giorni le testimonianze dei crimini di Israele per quanto concerne la questione degli insediamenti, del muro dell’apartheid, gli attacchi alla Striscia di Gaza e le violazioni nei territori occupati, specie nella città di Gerusalemme.

Traduzione di Domenica Zavaglia