Presentata un’obiezione contro la costruzione di una discarica a Gerusalemme

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Il Centro al-Adala per i diritti umani ha presentato, per conto del Consiglio locale del villaggio di ‘Anata, un’obiezione contro un piano israeliano di costruire una discarica, per rifiuti liquidi e solidi, sui territori dei villaggi di ‘Anata e al-’Issawya, nella città occupata di Gerusalemme. 

Il piano israeliano prevede anche la costruzione di edifici funzionali, connessi alla discarica, la creazione di nuove strade e anche dei cambiamenti alle infrastrutture delle reti idrica, elettrica, dei servizi igienici e delle telecomunicazioni nella zona.

Secondo il centro che ha presentato l’obiezione, per attuare il piano, verrà confiscata, a favore del Comune di Gerusalemme, una vasta area di terreno di vitale importanza per la pianificazione e lo sviluppo economico dei palestinesi della zona interessata. Inoltre, il piano prevede che nel giro di vent’anni, la discarica accoglierà una quantità compresa tra cinque e otto milioni di metri cubi di rifiuti. 

Il centro ha reso noto che “il piano israeliano impedirà lo sviluppo dei villaggi di ‘Anata e al-’Issawya, e smembrerà i territori palestinesi, bloccando la comunicazione tra la popolazione residente in quella regione, mentre, allo stesso tempo, assicurerà una continuazione tra gli insediamenti della Cisgiordania, quelli dell’area E1, e le zone sotto il controllo del Comune di Gerusalemme”. Il centro ha aggiunto che “il progetto, con tutte le sue conseguenze, è in linea con il muro di segregazione che separa la zona residenziale di ‘Anata dai territori del villaggio, destinati alla costruzione della discarica”. 

Nella sua obiezione, il centro per i diritti umani ha sottolineato che la creazione della discarica provocherebbe dei danni ambientali che si ripercuoteranno sulla vita quotidiana della popolazione, a causa degli odori e delle polveri che verranno emesse nell’aria. Esso ha anche aggiunto che il progetto intaccherà i diritti di proprietà, progresso e del vivere dignitosamente dei cittadini di ‘Anata e al-’Issawya. 

Nell’obiezione si legge anche che “il progetto in questione viola il diritto internazionale umanitario, in quanto viene attuato in un territorio occupato, non è motivato da scopi militari e non mira nemmeno a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, esso rappresenta uno strumento per raggiungere obiettivi politici dell’occupazione, e perciò, questo piano è illegale, inadeguato e rappresenta una violazione della legge internazionale”.