Prigionieri amministrativi: l’Olp si rivolge all’Onu perché intervenga in loro sostegno

IMG-20140511-WA0002Ramallah. L’Olp si è rivolta all’Onu perché intervenga con urgenza a favore dei 130 palestinesi che, dal 24 aprile scorso, sono in sciopero della fame nelle carceri israeliane contro la detenzione amministrativa.

In una lettera ufficiale datata 10 giugno, Saeb Ereqat, capo negoziatore dell’Olp, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di esercitare pressioni su Israele affinché ponga fine alla politica di detenzioni amministrative e si accerti che lo stato sionista rispetti i propri doveri in qualità di potenza occupante.

Nella sua lettera, Ereqat afferma che la detenzione amministrativa “chiaramente viola la legge internazionale”.

La detenzione amministrativa, che risale al periodo del Mandato britannico sulla Palestina storica, permette che una persona venga imprigionata senza capi d’accusa e senza processo, solo in via “preventiva”. Israele utilizza tale pratica per tentare di piegare lo spirito del popolo palestinese, umiliandolo.

Ereqat ha affermato: “La guerra psicologica che Israele sta conducendo contro i prigionieri in sciopero della fame ha incontrato una determinazione ancora maggiore da parte dei detenuti stessi nel continuare la loro lotta contro la politica di detenzione amministrativa”.