Ricordiamo che nelle carceri israeliane sono attualmente detenuti migliaia di palestinesi, il cui costo di mantenimento – molto alto, considerate le misere condizioni in cui vivono – è addebitato al governo palestinese e alle famiglie. Un vero e proprio business, dunque, sulle spalle dei già poveri e decurtati bilanci palestinesi. Uno scandalo e un abuso contro cui la comunità internazionale dovrebbe insorgere ripristinando il diritto violato.
Il vicepresidente del Consiglio, Ahmed Bahr, ha invitato gli europei e le organizzazioni internazionali a fermare loppressione praticata dagli israeliani contro i detenuti palestinesi, e a rispettare i diritti umani e le leggi internazionali.
Parlando ai giornalisti, durante il presidio di solidarietà con i detenuti, nella sede della Croce Rossa internazionale a Gaza, Bahr ha dichiarato che il Parlamento palestinese userà tutte le proprie energie per migliorare la condizione dei prigionieri, e ha spiegato: Sono qui a nome del Consiglio nazionale palestinese per partecipare insieme alle madri, ai figli, ai genitori dei detenuti palestinesi a una manifestazione in loro solidarietà. Bahr ha poi aggiunto: Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel carcere del Negev, maltrattando i detenuti che hanno sacrificato la loro vita per la loro patria, staccando la corrente elettrica, picchiando e ferendo alcuni di loro. Il Parlamento palestinese è in allerta e ha sollecitato i ministri dei Prigionieri e del Tesoro a intervenire.
Bahr ha incontrato il direttore della Croce Rossa, Giorgio Natas, per discutere della situazione dei prigionieri e questultimo ha promesso di visitare il carcere e di portare generi alimentari.
Il Parlamento ha rivolto un appello ai governi arabi affinché facciano pressione per liberare i palestinesi dalle carceri israeliane, e ha confermato che farà di tutto per liberarli.