Prigionieri palestinesi: raddoppiano le loro sofferenze nelle carceri israeliane

Gaza – PchrLo scorso 17 aprile si è commemorata la Giornata dei Prigionieri palestinesi, dedicata, dal popolo palestinese, al sostegno della causa delle proprie sorelle e dei propri fratelli detenuti nelle carceri israeliane. E’ dal 1979 che la commemorazione avviene in tale data, che segna l’anniversario del primo accordo di scambio – avvenuto il 17 aprile 1974 – in occasione del quale vennero per la prima volta liberati dei prigionieri palestinesi.

Quest’anno la Giornata dei Prigionieri palestinesi è avvenuta in un momento in cui la loro sofferenza, nelle carceri israeliane, è raddoppiata, a causa delle violazioni dei diritti che devono subire. Tali violazioni hanno recentemente raggiunto l’apice con il trasferimento forzato e la deportazione: il caso più recente è il trasferimento forzato della detenuta Hana as-Shalabi nella Striscia di Gaza, avvenuto il primo aprile scorso.

Queste violazioni fanno parte di una politica sistematica, adottata dalle autorità di occupazione israeliane contro i prigionieri palestinesi, che sono soggetti a condizioni crudeli, disumane e degradanti. Tra queste il divieto di poter usufruire di cure mediche, che in alcuni casi ha causato delle vittime; la pratica di metodi di tortura; l’isolamento; il divieto di ricevere visite di familiari; l’esclusione dall’istruzione accademica, in base a una decisione emessa dal Servizio carcerario israeliano il 20 luglio 2011.

Secondo le cifre e le statistiche di cui il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) è in possesso, più di 4700 prigionieri palestinesi si trovano ancora in detenzione presso le carceri e le strutture di detenzione israeliane, situate per lo più in territorio israeliano. Ciò in violazione della Quarta convenzione di Ginevra (articolo 76 in particolare), in base alla quale “le persone protette, accusate di reati, saranno detenute e, in caso di condanna, sconteranno la pena nel paese occupato.” La maggior parte dei prigionieri palestinesi vengono dalla Cisgiordania, e tra di loro si contano 9 donne, 190 bambini e 320 prigionieri in detenzione amministrativa, tra i quali 27 membri del Consiglio legislativo palestinese e alcuni ex ministri.

Il Pchr esprime la massima preoccupazione per il continuo diniego di visite di familiari cui almeno 475 prigionieri palestinesi della Striscia di Gaza devono sottostare, che si protrae ormai da più di cinque anni e che è fonte di deterioramento delle condizioni psicologiche e fisiche dei prigionieri, in violazione delle norme internazionali dei diritti umani. Ci si aspetta che almeno 1000 prigionieri palestinesi stiano per iniziare uno sciopero della fame a oltranza, in diversi istituti di pena israeliani, al fine di richiamare l’attenzione del Servizio carcerario israeliano. Tra le loro richieste, l’abolizione della reclusione in isolamento; la fine dell’applicazione della “legge Shalit”; la cessazione delle violenze contro i prigionieri; il diritto ad adeguate cure mediche; il permesso a ricevere visite di familiari per i detenuti della Striscia di Gaza. E’ bene osservare che almeno 10 prigionieri stanno al momento attuando uno sciopero della fame, per protestare contro la politica della detenzione amministrativa.

In occasione della Giornata dei Prigionieri palestinesi, il Pchr richiama all’attenzione l’intensificarsi delle violazioni dei diritti dei prigionieri e il peggioramento del loro stato detentivo, dovuto alle misure decise da Israele in violazione dei principi dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale che pur Israele, formalmente, condivide. Il Pchr, inoltre, richiama all’attenzione il silenzio internazionale su tali violazioni, che getta discredito sul rispetto del diritto umanitario da parte della comunità internazionale.

Dalla sua fondazione, il Pchr ha sistematicamente e continuativamente seguito i casi di migliaia di prigionieri delle carceri israeliane, oltre ad aver fornito assistenza legale ai detenuti e alle loro famiglie e ad aver documentato e rese note le violazioni dei loro diritti. In questo contesto:

  1. Il Pchr invita le Alte parti contraenti della Quarta convenzione di Ginevra ad adempiere agli obblighi derivanti dalla convenzione.
  2. Il Pchr invita le organizzazioni internazionali per i diritti umani a occuparsi dei casi di prigionieri palestinesi, e a fare richiesta ai loro governi di esercitare pressioni su Israele affinché ponga fine alle pratiche illegali contro i prigionieri palestinesi e li rimetta in libertà.
  3. Il Pchr invita l’Unione europea ad attivare l’articolo 2 dell’Accordo di associazione Ue-Israele, secondo il quale entrambe le parti sono tenute a rispettare i diritti umani come precondizione per la cooperazione economica tra gli Stati europei e Israele.

Traduzione per InfoPal a cura di Stefano Di Felice