Prigionieri politici palestinesi sciolgono i loro organi di rappresentanza

Ramallah – WAFA. Domenica, i combattenti per la libertà palestinesi imprigionati nelle carceri israeliane hanno sciolto i loro organi rappresentativi in ​​tutte le prigioni per protestare contro le misure repressive israeliane contro di essi.

La Società per i prigionieri palestinesi (PPS) ha dichiarato a WAFA che lo scioglimento degli organi di rappresentanza significa che il Servizio per i prigionieri israeliani dovrà trattare con i prigionieri individualmente e non attraverso gli organi che li rappresentano.

La tensione è aumentata nelle carceri, negli ultimi giorni, dopo che l’IPS ha deciso di raddoppiare il tempo di isolamento dei prigionieri, togliere i dispositivi elettrici da diverse sezioni delle carceri e convocare ulteriori agenti di sicurezza.

Mercoledì scorso, i prigionieri hanno rifiutato di lasciare le loro celle per i controlli di sicurezza e hanno restituito i pasti, in un segnale di protesta approvato dal Comitato superiore di emergenza dei prigionieri, dopo che l’IPS ha rinnegato gli accordi e le intese raggiunti a marzo con i loro rappresentanti relativi a questioni e dettagli delle loro condizioni di vita.

I detenuti hanno anche deciso che il lunedì ed il mercoledì mettono in atto i passi di protesta, che si concluderanno all’inizio di settembre con uno sciopero della fame ad oltranza in tutte le carceri.

La PPS ha affermato che la decisione di intraprendere lo sciopero della fame dipenderà dalla posizione dell’IPS, indipendentemente dal fatto che continui o meno con le sue azioni contro i prigionieri.

Ci sono circa 4550 combattenti per la libertà palestinesi nelle carceri israeliane, tra cui 31 donne e 175 minorenni, tra cui una ragazza, e più di 700 detenuti amministrativi.