La moglie di Khader Adnan ha espresso preoccupazione per il suo stato di salute e per la negligenza medica pianificata portata avanti dalle autorità carcerarie israeliane.
Ha aggiunto che Adnan non può stare in piedi e si sposta su una sedia a rotelle.
La Fondazione Muhjat al-Quds ha reso noto che il prigioniero Adnan ha dichiarato lo sciopero della fame a tempo indeterminato 48 giorni fa in risposta alla detenzione amministrativa (senza accuse né processo) nelle carceri israeliane.
La fondazione ha accusato le tattiche di tortura di Israele, compresi i divieti di visite di familiari e avvocati, perpetrati contro il prigionieri in sciopero della fame, in violazione delle leggi e dei trattati internazionali.
In una lettera trapelata dalla prigione e pubblicata la settimana scorsa dalla Fondazione Muhjat al-Quds, Adnan ha dichiarato di essere rinchiuso da settimane in una cella molto piccola e isolata nella prigione di Jalama. Inoltre gli sono state vietate le visite da parte di avvocati e familiari ed è sottoposto a terribili condizioni di prigionia.
Khader Adnan, della provincia di Jenin, è stato rapito dalle forze israeliane l’11 dicembre 2017 con l’accusa di istigazione anti-occupazione.