Prigioniero palestinese malato di cancro muore in carcere israeliano

Quds Press, PIC e MEMO. Dopo una lunga battaglia contro il cancro, il prigioniero palestinese Sami Abu Diyak, 36 anni, è morto a causa della negligenza medica nel carcere israeliano.

La Società per i prigionieri palestinesi (PPS) ha riferito che “il servizio carcerario israeliano e i suoi carcerieri avevano iniziato a uccidere il prigioniero Abu Diyak prima che gli fosse diagnosticato un cancro, risultato di deliberata negligenza medica e maltrattamenti”.

Abu Diyak era detenuto dal 17 luglio 2002 e condannato a tre ergastoli e a oltre 30 anni: ne aveva già trascorsi 17, prima della sua morte.

Gli era stato diagnosticato un cancro intestinale nel settembre 2015 dopo che le sue condizioni avevano iniziato a peggiorare a causa di un errore chirurgico da parte dei medici dell’ospedale israeliano Soroka, nel sud di Israele, dove era stato sottoposto a un intervento per rimuovere 83 centimetri dell’intestino crasso.

I carcerieri israeliani l’avevano trasferito da una prigione all’altra: inizialmente, all’infermeria della prigione di Ramla, dove la sua salute era peggiorata considerevolmente a causa delle condizioni insalubri e poco igieniche. Era stato quindi trasferito all’ospedale di Assaf Harofeh e in seguito era tornato nella prigione di Ramla prima di essere trasportato all’Assaf Harofeh dove martedì è morto.

Abu Diyak non riusciva a camminare e si muoveva solo su una sedia a rotelle. Aveva subito quattro operazioni per rimuovere i tumori dall’intestino e durante l’ultima era entrato in coma per un mese. Soffriva anche di altri problemi di salute, tra cui insufficienza renale e polmonare.

Molte petizioni sono state presentate per il rilascio anticipato di Abu Diyak dopo che la sua salute aveva continuato a deteriorarsi molto seriamente, ma l’autorità di occupazione israeliana ha sempre respinto tutti i ricorsi.