Nablus – Quds Press. Nel corso della celebrazioni per il 64° anniversario della Nakba palestinese, la popolazione non ha esitato a manifestare i propri sentimenti e, da numerosi palestinesi incontrati nel corso degli eventi che hanno segnato la giornata di ieri, è emersa la loro speranza che alla Primavera Araba possa conseguire un beneficio diretto per la causa palestinese, per il Diritto al Ritorno, per la libertà di tutti i prigionieri palestinesi e per al-Quds (Gerusalemme).
Cresce la speranza per il Ritorno in Palestina. Le rivolte nei Paesi arabi hanno ridato ai palestinesi la fiducia nel Ritorno in Palestina.
Hajj Ibrahim Abu Muslim, 71enne del campo profughi di ‘Askar (Nablus Est), dice: “Il Ritorno è un mio diritto, come lo è per tutti quelli che furono espulsi dalla propria terra nel lontano 1948. Nessuno ha mai rinunciato al Diritto al Ritorno, nessun fronte politico. Esso è inalienabile e non potrà essere oggetto di contrattazione. Questo è ciò che conta per ora”.
L’anziano palestinese originario di Yazur (Jaffa) prosegue: “Le rivolte arabe saranno d’aiuto per l’esercizio del nostro Diritto al Ritorno, perché in questi Paesi oggi sono i popoli a governarsi. La gente non ha timore a dimostrare il proprio attaccamemto alla causa palestinese. Finora la Palestina è stata la carta da giocare alle elezioni per i vari leader che nei Paesi arabi sono stati spodestati”.
Fawaz an-Nadi, 45enne del campo profughi di al-‘Ain (Nablus Ovest), racconta: “Pur non essendoci mai stato di persona, è come se conoscessi nei minimi dettagli il luogo di provenienza di mio padre e di mio nonno. Entrambi mi hanno sempre ripeturo la promessa: ‘ritornerai'”.
“E’ vero, c’è tra i palestinesi l’aspettativa che le rivolte arabe possano costituire il momento decisivo per la nostra causa nazionale. Le manifestazioni che si sono svolte nel 2011, quelle su confini con i Paesi arabi confinanti con al Palestina, è vero che sono state represse con arresti e uccisioni, ma la grande folla in marcia verso la Palestina ha dimostrato che loro (i profughi palestinesi) sono lì e sono sempre pronti a farvi ritorno”.
La Palestina: il banco di prova dei vecchi leader arabi, e dei nuovi. Moustafa Sawaf è un opinionista politico palestinese. L’esperto ribadisce la forte speranza per le rivoluzioni arabe emersa dai racconti della gente, e si dice convinto che eventuali sviluppi in campo palestinese si possono intendere nel lungo periodo.
“I vecchi leader arabi hanno fatto ogni tipo di strumentalizzazione della Palestina, ed è plausibile che stessa mentalità risieda in alcuni dei nuovi leader arabi. Ma quando i palestinesi parlano di emanazioni poisitive che giungono da questi Paesi, intendono esclusivamente quelle prodotte dalle rivolte popolari. Il popolo è estraneo da obiettivi strettamente particolaristici di natura politica e da arrivismi personali.
Tuttavia, dovremo assistere a molto altro ancora nella regione, il cambiamento è alle porte di altri Paesi arabi. Per ora la nostra richiesta a chi sta facendo una rivoluzione nel mondo arabo è quella di ‘non svendere i diritti inalienabili del popolo palestinese, tra i quali il Diritto al Ritorno, e non osare avallare progetti sionisti di reinsediamento dei profughi palestinesi”.