Processo egiziano su caso corruzione in affari petroliferi con Israele

Il Cairo – Pal-InfoLa procura della sicurezza nazionale egiziana sta per concludere le indagini nei confronti dell'ex ministro del Petrolio, Sameh Fahmi, accusato di sperpero di fondi pubblici in esportazioni di petrolio verso Israele e altri sei Paesi europei. 

Dalle indagini era emerso un giro d'affari, di assoluta segretezza, con Israele, costato all'Egitto 13 milioni e mezzo di dollari, al quale si aggiungeva una commissione giornaliera – spartita tra alcuni membri corrotti del ministero – pari a 3 milioni di dollari. 

A guidare le indagini è Hisham Badawi, che giovedì 3 marzo ha convocato Fahmi. Per oggi è prevista una sessione, durante la quale Badawi chiederà all'imputato di presentare la documentazione che attesti la sua posizione in merito all'accusa. 

In base al promemoria ricevuto dal procuratore, gli introiti egiziani ricavati dalle esportazioni verso Israele non superano i 146 milioni di dollari annuali, contro importazioni di gas per uso domestico per 3 miliardi di dollari, anche questi annuali. 

Il 18 novembre 2009, la Corte amministrativa aveva deciso la sospensione del commercio di gas con Israele, ma l'ex ministro per il Petrolio Fahmi, non aveva mai osservato tale sentenza. 

Gli attesi esiti delle indagini potrebbero smascherare quanti sono coinvolti nel primo affare di corruzione nella storia del ministero del Petrolio. 

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