Programmate nuove operazioni allo scopo di alterare l’eredità storica di Gerusalemme

Gerusalemme – IMEMC. Nell’ultimo rapporto settimanale l’Ufficio Nazionale per la Difesa delle Terre e degli Insediamenti Superstiti ha dichiarato che il ministro israeliano per le attività edili ha varato, con la collaborazione della municipalità gerosolimitana, un vasto programma d’insediamento, finalizzato alla realizzazione di 11000 unità abitative nell’area dell’aeroporto di Qalandia. Tale iniziativa rientra nell’ambito delle strategie tese ad imporre la sovranità israeliana sulla Città Santa, isolandola dalle comunità palestinesi residenti nei suoi dintorni. Il PNN ha ricordato che l’aeroporto di Qalandia risulta inattivo fin dal 2000, quando le autorità di Tel Aviv decisero di chiuderlo in conseguenza dello scoppio della seconda intifada.

Nelle scorse settimane, l’occupazione ha iniziato la costruzione di 176 nuove unità abitative presso l’illegale colonia di Nof Zion, sita alle pendici del Monte degli Ulivi, nel meridione della Gerusalemme occupata. Nel momento in cui tali attività edili giungeranno a completamento, l’insediamento conterà 550 nuclei residenziali, divenendo la più grande comunità colonico-ebraica all’interno dei territori palestinesi che circondano la città. I terreni coinvolti, al termine di una contesa giudiziaria, furono acquisiti dai miliardari ebrei Rami Levy (israeliano) e Kevin Bermeister (australiano), fondatore di Skype. E’ stato riferito che il progetto riguardante quest’area si trova attualmente alla prima fase di sviluppo. La seconda, che prevede l’implementazione di due programmi mirati alla realizzazione di 350 unità abitative, vedrà anche l’installazione di una cabinovia e la costruzione di un albergo.

L’attivista per i diritti umani Ra’id Bashir, di Gerusalemme, ha rivelato l’esistenza di altri tre progetti, afferenti il quartiere di Masarra, le caratteristiche commerciali del quale sono state completamente stravolte attraverso la conversione della piazza principale in un parco pubblico. Le iniziative previste includono anche l’estensione del tunnel locale fino alla Porta di Hebron: il piano urbanistico relativo, depositato ufficialmente con la dicitura “completamento del tunnel” ed associato al codice 77679-04-101, prevede il sequestro di 44 dunam e la realizzazione di una galleria sotterranea che metta in comunicazione Hebron ed il quartiere di Masarra, in modo da convertire quella che era un’area aperta in una grande stazione dedicata ai trasporti.

L’ufficio legale ha rivelato che la municipalità israeliana di Gerusalemme sta approntando un progetto edilizio (codice 0465229-101) che riguarderà un’area di 700 dunam e che risulta finalizzato alla realizzazione di un certo numero di strutture commerciali tra Sultan Sulayman Street ed il quartiere di Masarra. Tale nuovo polo dovrà fungere da alternativa ai centri commerciali tradizionali della Gerusalemme araba.

Secondo i dati riportati dall’Ufficio Statistico Israeliano, delle 19634 unità abitative costruite dall’occupazione nell’ultima decade, circa la metà sono state realizzate in insediamenti isolati. Più precisamente, il 60% di esse (11628) sono state edificate in comunità con meno di 10000 abitanti. Il resto risulta invece distribuito in centri di grandi dimensioni, come quello di Ariel (presso Salfit, con 1718 unità), Givat Ze’ev (sita a nord di Gerusalemme, 1283), Modi’in Illit (2310). Va inoltre ricordato come il presidente israeliano Benjamin Netanyahu abbia promesso di donare ai coloni ben 40 milioni di NIS come forma di riconoscimento per il loro sostegno politico.

Le autorità dell’occupazione hanno al contempo intensificato le restrizioni ai Palestinesi in merito al diritto di questi ultimi di accedere ai propri terreni, specie nell’area compresa tra il Muro dell’Apartheid e la Green Line, la cui superficie è stata calcolata in 140000 dunam. Nel 2018 l’amministrazione civile israeliana ha infatti respinto il 74% delle richieste d’accesso, a fronte del 24% registrato quattro anni prima.

Il 29 novembre scorso, durante la celebrazione della Giornata Mondiale della Solidarietà a favore del Popolo Palestinese presso la sede delle Nazioni Unite, il segretario generale dell’organismo internazionale Antonio Guterres ha affermato che la costruzione di insediamenti colonici nei territori occupati, compresa Gerusalemme est, è del tutto illegale e rappresenta una deliberata violazione della risoluzione 2334 varata dal Consiglio di Sicurezza, la quale impone l’arresto delle attività volte ad espandere gli insediamenti ebraici nonché di quelle finalizzate alla demolizione delle strutture abitative palestinesi nella Striscia. Come sottolineato anche dall’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e le Politiche sulla Sicurezza, Federica Mogherini, c’è ancora margine di trattativa tra Israeliani e Palestinesi, tuttavia la politica d’insediamento perseguita da Tel Aviv nei territori occupati ed a Gerusalemme est, oltre a rappresentare una chiara violazione alla legislazione internazionale, costituisce un pesante ostacolo al processo di pace ed alla possibilità che si possa pervenire alla costituzione di due Stati.

 

Traduzione per InfoPal di Giuliano Stefanoni