La propaganda di al-Sisi e l’evacuazione del Sinai

Memo. Il presidente egiziano Abdul Fatah Al-Sisi ha affermato che il suo paese sta pianificando ulteriori misure per evacuare completamente il confine del Sinai con Gaza, e che il governo egiziano pagherà alle famiglie del Sinai un indennizzo di circa un milione di sterline egiziane (150 milioni di dollari). Al-Sisi ha sottolineato l’importanza di non isolare le famiglie che abitano la penisola dal resto dell’Egitto.

Durante una trasmissione televisiva del Egyptian News Channel di lunedì, Al-Sisi ha rivolto un saluto e si è scusato con le famiglie del Sinai per le perdite subite a causa di un attacco che ha provocato 31 morti ed altri 30 feriti.

Al-Sisi ha proseguito invitando le famiglie del Sinai a non permettere che niente si intrometta e coinvolga il popolo egiziano a causa dell’eccessivo rilievo dato alle cose: “Che tutto il popolo dell’Egitto sia unito”. Al-Sisi ha proseguito dicendo che i precedenti governi egiziani hanno trascurato il popolo del Sinai facendo loro mancare l’assistenza sanitaria di base, l’educazione ed altri servizi. Il presidente egiziano ha inoltre rassicurato le famiglie egiziane che l’attuale governo è impegnato per lo sviluppo del Sinai perché “fa parte della sicurezza nazionale”. Ha quindi definito l’evacuazione del Sinai come un passo verso una maggiore sicurezza nazionale, che assicurerà al popolo palestinese di non trovarsi più in pericolo. Il governo egiziano ha ordinato l’evacuazione di Rafah, città nel Sinai settentrionale, che delimita i confini della Striscia di Gaza, con lo scopo di “fermare l’infiltrazione terroristica in Egitto”.

Al-Sisi ha parlato dell’esercito egiziano dicendo che “è il nostro orgoglio nazionale”. Ha ribadito che nel 2012 e nel 2013 esisteva un piano segreto per annettere il Sinai come un emirato indipendente, sebbene non abbia specificato chi stava dietro a questa presunta operazione. Ha spiegato che ciò faceva parte di un piano più ampio per rendere il Sinai vulnerabile agli attacchi terroristici e ha evidenziato che l’esercito egiziano è restato leale nonostante questo tentativo di deviazione.

“Siamo in guerra. Una guerra di informazione contro gli egiziani ed il popolo egiziano e il nostro stato, ed il loro obiettivo è vederci fallire, ma noi non falliremo. Ci rialzeremo e risaliremo e voi vedrete”, ha continuato Al-Sisi.

Al-Sisi ha anche fatto notare che nessuno può imporre la propria volontà al popolo egiziano e che il governo nella sua totalità è molto rammaricato per il senso di smarrimento che il popolo egiziano ha subito recentemente. Sheriff Abul-Naga, presidente del consiglio egiziano, ha rilevato che la gente del Sinai è estremamente importante per l’Egitto in generale, e tutti i rami del governo hanno convenuto che sia di vitale importanza evacuarli velocemente.

E’ stato inoltre rilevato che un certo numero di skeikh del Sinai sono concordi con la posizione del governo sulla ricostruzione di Rafah, sebbene abbiano evidenziato la necessità di rivedere sia la compensazione che i piani per la ricostruzione della città. Al-Sisi dovrebbe incontrare molti skeikh di Rafah e le famiglie domenica prossima.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi