Prosegue il boicottaggio di Wonder Woman

Di Marco Da Ros-BDS Torino.

Dopo il bando in Libano, anche Giordania, Tunisia e Algeria stanno valutando, su pressione di partiti e movimenti popolari, di boicottare il film statunitense Wonder Woman che ha per protagonista la modella israeliana Gal Gadot, sionista e fan dell’esercito israeliano.
Israele nel difendere il film taccia i boicottatori di odio islamico per le donne etc, in realtà sono proprio lo stato sionista e l’Occidente in generale che stanno conducendo una doppia strumentalizzazione della donna: il corpo di Gal Gadot, modella ed ex miss Israele, viene ora usato per abbellire l’immagine dell’esercito israeliano (dieci anni fa partecipò al servizio fotografico “le soldatesse più sexy del mondo”) e poi il tema di genere viene in generale utilizzato per arruolare le coscienze al militarismo: l’ideologia veicolata è che la guerra israeliana o quelle di Donald Trump sono “giuste” anche perché fatte da donne in difesa dei diritti delle donne, siano essere le robocop sioniste o semplici miliziane armate di kalashnikov. Così gli omicidi sionisti ai check-point (l’ultimo di una ragazza palestinese 15enne) o quelli americani su Raqqa sembrano in qualche modo giustificati.
Dopo il pinkwashing (Israele difensore dei diritti GLBTQ), il “womenwashing” insomma.