Prosegue la conquista sionista delle terre palestinesi.

Gerusalemme – Infopal. Fonti palestinesi hanno riferito che, con la prosecuzione della costruzione del Muro dell'Apartheid, “le forze di occupazione israeliane confischeranno grandi porzioni di terreno appartenente alla cittadina di Beit Hanina, dichiarandole zona militare chiusa”. Secondo un rapporto stilato dall’Unità di supporto al negoziatore, organo dell’Olp, le autorità di occupazione israeliane hanno così sigillato la città di Gerusalemme anche dai lati nord, est e sud.

Il rapporto ha chiarito che “il Muro di separazione sottrarrà 230 km di terreno cisgiordano e circonderà 420 mila cittadini palestinesi, tagliandoli fuori dalla città di Gerusalemme e dal resto della Cisgiordania, che sarà così divisa tra sud e nord”. Viene quindi sottolineato che “Israele ha costruito 12 dei 44 km di muro di annessione con il solo obiettivo di confiscare 58 chilometri quadrati di terra e chiudere l'‘anello’ intorno a Gerusalemme”.

Nella Città Santa, invece, l’amministrazione municipale dell’occupazione israeliana ha stabilito la demolizione di 10 case arabe nel quartiere di al-Mukabber, al fine di permettere la costruzione di un ponte all'interno del grande progetto del cordone stradale, che separerà i quartieri arabi vicini e collegherà i focolai coloniali di Gerusalemme Est con l’ebraica Gerusalemme Ovest.

A conferma di ciò, Eli Yishai, ministro degli Interni israeliano, ha accolto le raccomandazioni del comitato speciale del ministero, annunciando da una parte la prossima annessione alla colonia di Maale Adumim dell'insediamento sionista di Kedar e dei 1200 ettari di terra vicini, e dall’altra la confisca di diversi appezzamenti palestinesi, che serviranno a costruire 6000 nuove unità abitative.

Yishai aveva chiarito la settimana scorsa che la decisione sarebbe dipesa dalla commissione interna al ministero e sarebbe quindi stata a favore degli israeliani, senza alcuna considerazione delle reazioni internazionali.

L'obiettivo dei progetti del governo israeliano è insomma quello d’intensificare il colonialismo, tagliare le comunicazioni tra il nord e il sud della Cisgiordania e isolare Gerusalemme Est dal resto delle province della regione, all'interno di un ampio quadro che mira a trasformare la città e i Territori attualmente sotto il governo di Ramallah nella “Grande Gerusalemme”.

La stessa confisca dei 1200 ettari a favore di Maale Adumim era stata definita ormai da una settimana, così come già da diversi giorni era emersa la decisione di modificare il percorso del Muro, in modo tale da includere al suo interno tutte le aree sopracitate. Questi piani erano stati svelati soltanto negli ultimi mesi.

Proseguono le demolizioni di abitazioni. Ieri, le autorità di occupazione israeliane hanno consegnato nuovi ordini per le demolizioni di case palestinesi in diversi quartieri di Gerusalemme.

Secondo fonti locali, gruppi di dipendenti nel comune di Gerusalemme hanno invaso diversi quartieri e hanno censito le case in costruzione e fotografato le case da demolire, in particolare a al-Ashqariyah, Beit Hanina, Shu'afat e Sheikh Jarrah.

Tra gli edifici soggetti alla demolizione, con il pretesto di costruzione illegale, è inclusa una palazzina abitata, composta da sei piani, sita nella zona di Beit Hanina.

L’amministrazione di Gerusalemme, nei due giorni passati, ha consegnato molte ordinanze di demolizione, soprattutto nel quartiere di Wadi al-Joz, Ras al-Amud.

L'ufficio del consigliere  per gli affari di Gerusalemme del primo ministro palestinese, Hatem Abdel Qader, ha chiarito l’intenzione di presentare ricorsi per congelare questi ordini.

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