Proteste contro il carovita: scontri contro le sedi dell’Anp

Ramallah – InfoPal. Le manifestazioni di  protesta contro il carovita ed il peggioramento delle condizioni economiche in Cisgiordania sono finite in scontri con la polizia palestinese e in attacchi contro le sedi governative, con un bilancio di decine di feriti.

Lunedì sera 10 settembre, a Hebron alcuni manifestanti palestinesi hanno attaccato una caserma della polizia, hanno  lanciato pietre contro la sede del municipio e si sono scontrati con le forze di sicurezza.

In un comunicato stampa, il sindaco di Hebron ha affermato che “le forze di sicurezza hanno dovuto intervenire per proteggere le proprietà pubbliche e soccorrere i dipendenti che si trovavano all’interno. Questi ultimi avevano lanciato l’allarme dopo aver ricevuto minacce di morte e di atti di vandalismo e violenza. Le forze di polizia hanno dovuto intervenire per proteggere le proprietà ed evacuare i dipendenti”.

Violenti scontri sono scoppiati anche a Nablus, durante una marcia di protesta contro il carovita, organizzata nel centro della città.

Sempre nella serata di lunedì 10 settembre, decine di cittadini, rappresentanti della società civile e delle fazioni palestinesi hanno organizzato una marcia di protesta contro il governo di Ramallah, chiedendo l’abbassamento dei prezzi, il pagamento dei salari e la dimissione primo ministro Salam Fayyad, accusato di essere una delle cause della difficile situazione economica in Cisgiordania.

Testimoni oculari riferiscono che più tardi, dei giovani palestinesi hanno chiuso le strade principali del centro città incendiando pneumatici, provocando l’intervento della polizia. Ne sono nati degli scontri. Decine di giovani hanno lanciato pietre e molotov in direzione dei poliziotti, che hanno risposto sparando dei colpi in aria e bombe sonore nel tentativo di disperdere la folla. Fonti mediche hanno riferito il ferimento di più di 20 persone, tra cui anche dei poliziotti.

Le fazioni palestinesi a Nablus hanno rivolto un appello a tutte le parti in causa “per mantenere il massimo autocontrollo, al fine di evitare il caos che potrebbe influenzare le proteste”.