Proteste in Siria: altri 4 palestinesi uccisi

Un manifestante palestinese regge la bandiera dell'opposizione siriana durante una protesta contro il presidente siriano Bashar al-Asad nella Striscia di Gaza centrale, 22 giugno. (Reuters/ Ibraheem Abu Mustafa)

Damasco – Ma’an. Secondo le fonti, quattro rifugiati palestinesi sono stati uccisi e diversi altri feriti nella giornata di ieri, dopo che le forze di sicurezza siriane hanno aperto il fuoco contro i manifestanti del campo profughi di al-Yarmuk.

A riferirlo sono alcuni palestinesi dell’area di Damasco, dai quali Ma’an ha appreso che centinaia di profughi si erano riversati nelle strade per protestare contro l’uccisione di sedici palestinesi, avvenuta qualche giorno prima.

Durante la dimostrazione, le forze siriane hanno sparato sui manifestanti uccidendone almeno quattro: secondo testimoni, i proiettili li hanno raggiunti nella parte superiore del corpo.

L’episodio che aveva scatenato la protesta risale a mercoledì, quando quindici uomini dell’Esercito di liberazione palestinese (Elp) a Damasco sono stati trovati morti insieme al loro autista. Come ha riportato Anwar ‘Abd al-Hadi, direttore dell’ufficio politico dell’Olp a Damasco, le vittime erano state rapite alcune settimane fa mentre si dirigevano verso il campo di Nayrab, vicino ad Aleppo.

I rifugiati palestinesi in Siria devono prestare servizio militare per un mese nell’Elp, fondato come braccio armato dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), ma poi integrato sotto il comando militare siriano e impiegato per sorvegliare i campi palestinesi.

Come ha spiegato ‘Abd al-Hadi, il gruppo stava ritornando da una sessione di addestramento svolta all’istituto militare di Misayaf, tra Hama e Homs, quando alcuni uomini armati hanno sequestrato l’autobus sul quale viaggiavano.

Il funzionario ha poi aggiunto che lui e i suoi colleghi in Siria sono in contatto con la leadership dell’Olp a Ramallah e che avevano comunicato anche con i rapitori, i quali si erano rifiutati di fornire una spiegazione o liberare il gruppo. La loro identità e la loro affiliazione rimangono oscure.

È stata la sicurezza palestinese – riporta ancora ‘Abd al-Hadi – ad informare i leader palestinesi che i corpi dei militari erano stati ritrovati sulla via principale nei pressi di Idlib, bucherellati da proiettili e coltellate.

I politici palestinesi insistono nell’assicurare che i rifugiati in Siria non stanno prendendo parte al conflitto che infuria: tuttavia, le aspre lotte fra l’opposizione e le forze militari governative coinvolgono ormai anche i campi profughi in tutto il paese.

Il mese scorso, infatti, alcuni palestinesi locali hanno riferito a Human rights watch che le forze di sicurezza siriane stavano tenendo rinchiuse centinaia di persone (palestinesi e non) all’interno di al-Yarmuk.

È stato anche riportato che migliaia di palestinesi erano appena fuggiti dalle città di Homs e Dar’a e dai loro sobborghi a causa degli episodi di violenza e dei recenti bombardamenti, e che avevano cercato rifugio proprio ad al-Yarmuk.

Il campo – il più grande in Siria con i circa 200.000 palestinesi che ospita – ha anche visto il verificarsi di alcuni scontri mortali.

Ad esempio, secondo una notizia giunta a Ma’an da al-Yarmuk lo scorso marzo, un responsabile della sicurezza siriana aveva minacciato di lanciare un raid contro i profughi dell’area, a causa del presunto sostegno che Fatah starebbe fornendo alle manifestazioni anti-Asad.

Qualche giorno dopo, un veicolo appartenente all’Elp è stato colpito da un’esplosione mentre si trovava nel campo: tre persone sono rimaste uccise.

Il mese scorso, l’agenzia stampa ufficiale palestinese Wafa ha riportato che quattordici palestinesi di al-Yarmuk erano stati uccisi ed altri quarantatré feriti dopo aver attaccato la sede centrale del movimento di sinistra Pflp-Gc, nel contesto delle tensioni tra i sostenitori e gli oppositori del regime siriano.