Proteste nonviolente in Cisgiordania represse con violenza dall’esercito israeliano.

Cisgiordania – Infopal. Quella di ieri è stata una giornata contrassegnata da numerose manifestazioni contro il Muro dell'Apartheid e contro la confisca di terre palestinesi. Ogni corteo è stato represso con violenza dall'esercito di Israele.

Nil'in: cinque giovani feriti durante le proteste. Ferito anche un bambino di 11 anni.

Dopo la preghiera del mezzogiorno, gli abitanti del villaggio di Nil'in, vicino Ramallah, sono stati raggiunti ieri da attivisti israeliani e internazionali per la protesta settiminale contro il Muro di separazione, costruito sulla terra confiscata ai palestinesi.

Durante il corteo, i manifestanti hanno esposto miniature delle moschee Ibrahimi e Bilal, aggiunte recentemente alla lista del patrimonio culturale d'Israele, pur trovandosi in Cisgiordania. Oltre a queste, i contadini hanno portato i loro asini, e una volta giunti alla terra vicino al muro hanno cominciato ad ararla.
Il resto dei manifestanti ha proseguito la marcia verso il Muro, dove si sono verificati scontri. Cinque giovani sarebbero rimasti feriti, e tra loro un ragazzino di 11 anni, colpito alla testa da un proiettile d'acciaio rivestito di gomma.

Bil'in: Settimana internazionale contro il razzismo.

Le proteste di questa settimana a Bil'in hanno visto la partecipazione di pacifisti provenienti da Israele e dal resto del mondo, e anche di gruppi inviati dal partito del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e dal Teatro della libertà di Jenin.
Per celebrare la Settimana internazionale contro il razzismo, tre dei manifestanti erano vestiti rispettivamente da Martin Luther King, Gandhi e Nelson Mandela.
Le proteste hanno avuto inizio subito dopo la preghiera del mezzogiorno nella moschea locale. Una volta raggiunto il sito del Muro, il corteo è stato bombardato di gas lacrimogeni, bombe suono e proiettili rivestiti di gomma. Fonti locali riportano che i lacrimogeni sono stati indirizzati direttamente ai giornalisti presenti a coprire l'evento.

A decine hanno sofferto degli effetti dell'inalazione del gas, ma non si hanno notizie di feriti.

Due settimane fa, le manifestazioni di Bil'in hanno raggiunto i cinque anni di proteste contro il Muro e le separazioni, e successive azioni legali hanno visto il loro successo con la deviazione del tracciato, che ha comportato la restituzione del 50% delle terre annesse in precedenza.

Continuano le proteste a al-Ma'sara.

Terminate le preghiere del mezzogiorno, anche a al-Ma'sara, come ogni settimana, si è marciato verso il cantiere del Muro di separazione, che separa gli abitanti del villaggio dalle terre coltivate.
La manifestazione ha visto il sostegno di sostenitori israeliani e internazionali, che hanno esposto striscioni e cantato slogan per una fine dell'occupazione. Al corteo si è inoltre aggregata una delegazione della Conferenza anti-apartheid tenutasi a Betlemme, con uno striscione che invitava al boicotaggio d'Israele.
Il recinto di filo spinato, che solitamente impedisce ai protestanti di raggiungere il cantiere, questa settimana è stato spostato in direzione del villaggio, e fonti locali hanno riportato che Israele non ha cessato di piazzare delle truppe sulle cime dei tetti lungo il percorso della manifestazione.

Una volta raggiunto lo sbarramento, alcuni dei partecipanti hanno parlato alla folla, mentre altri si sono seduti, sfidando il blocco israeliano. Lo spostamento del recinto ha anche comportato la chiusura di una delle strade di accesso al villaggio, ed è stato necessario rimuoverlo temporaneamente per permettere a un camion di passare e lasciare la zona. Nonostante l'insistenza dei dimostranti, l'esercito non ha tuttavia concesso il passaggio.

Il corteo di questa settimana si è concluso senza scontri né feriti.

 

Undici feriti durante la manifestazione anti-Muro a an-Nabi Saleh.

Undici manifestanti, tra cui due stranieri, sono rimasti feriti ieri dal fuoco israeliano mentre le truppe sopprimevano una dimostrazione anti-Muro del villaggio di an-Nabi Saleh, nel nord della Cisgiordania.
Dopo le preghiere del mezzogiorno, gli abitanti insieme ai loro sostenitori internazionali hanno marciato verso le proprie terre, che Israele progetta di tagliare fuori dal territorio del villaggio.
Non appena la manifestazione ha raggiunto il cantiere, le truppe hanno lanciato gas lacrimogeni e proiettili rivestiti di gomma contro i dimostranti. È stato anche fatto uso di acqua chimica, spruzzata sulla folla.
Il corteo ha quindi cominciato a ritirarsi, mentre i soldati lo inseguivano provocando scontri con giovani del posto.

Le ferite sono state causate dai proiettili di gomma, mentre decine di attivisti sono stati soccorsi per gli effetti da inalazione di gas.


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