Pubblicato video di soldati israeliani mentre colpiscono dei palestinesi sotto custodia

MEMO. In questo video si possono vedere i soldati che colpiscono in testa due palestinesi nel retro di un furgone militare.

Il video che mostra i soldati delle Forze di Difesa Israeliane ridere mentre colpiscono un  padre palestinese e il figlio tenuti in custodia, è stato pubblicato da un tribunale militare israeliano.

Il tribunale militare di Jaffa, che la scorsa settimana ha condannato tre soldati per aggressione e percosse aggravate, il 13 marzo ha pubblicato il video andando contro l’ordinanza di non divulgazione  imposta dal FDI, secondo quanto riferito dal Times of Israel.

Nonostante i volti dei due soldati e delle vittime siano stati oscurati per nasconderne l’identità, si possono notare i due soldati israeliani percuotere sulla nuca i due palestinesi nel retro di un furgone militare. Si vedono i due palestinesi stesi a terra nel veicolo con gli occhi bendati, mentre i soldati ridono e scherzano con la telecamera: “E’ la vostra festa! Salutate!”, dicono i soldati al figlio e al padre, mentre li obbligano a salutare in telecamera. I palestinesi gridano per il dolore mentre vengono colpiti ripetutamente.

Il video è servito come prova chiave nel processo contro i soldati conclusosi domenica. Tre dei soldati indagati per l’accaduto sono stati condannati a 190 giorni di carcere e degradati a soldati semplici, dopo che essi hanno “espresso rimorso”  per le azioni commesse e raggiunto un patteggiamento. Ad ogni modo, ci si aspetta che i soldati vengano trattati con indulgenza e che sia concesso loro di tornare a casa per le festività della Pasqua ebraica, ad aprile, così come tre mesi di libertà vigilata.

I soldati colpevoli sono stati arrestati a gennaio dopo che è emerso che avevano percosso due palestinesi detenuti, vicino alla città di Ramallah, in Cisgiordania. I due prigionieri, un padre di 50 anni e il figlio di 15, sono stati arrestati durante una caccia all’uomo per un attacco contro soldati israeliani, vicino all’avamposto illegale di Givat Assaf,  a dicembre. L’attacco era avvenuto durante una settimana di tensioni e un inasprimento delle aggressioni nei confronti della Cisgiordania occupata.

Si sospetta che i soldati picchiassero padre e figlio come rappresaglia dell’attacco di dicembre, dal momento che entrambi i gruppi militari appartengono alla stessa unità: il battaglione ultra ortodosso Netzah Yehuda della brigata Kfir, di stanza nella città settentrionale di Jenin in Cisgiordania.

I dettagli del brutale pestaggio sono emersi durante i procedimenti giudiziari di febbraio, grazie al ragazzo quindicenne che ha raccontato alla corte: “Ero steso per terra, con le mani legate dietro la schiena e con una benda sugli occhi. Sono stato colpito in faccia, al petto, all’addome, nelle gambe e nei testicoli da quattro soldati, con mani, piedi e la canna dei loro fucili M16. (…) Non riuscivo ad aprire l’occhio sinistro e avevo la bocca piena di sangue”.

I soldati israeliani hanno anche costretto il ragazzo a guardare il padre mentre veniva colpito, fino al momento in cui ha perso conoscenza, e il ragazzo ha ricordato: “Li ho visti rompere le costole a mio padre colpendolo al petto con le canne dei fucili. Avevo le mani legate dietro la schiena, non potevo fare niente”.

Un rapporto successivo da parte di Haaretz ha aggiunto che “le ferite riportate da uno dei detenuti erano così gravi, che gli inquirenti non hanno potuto interrogarlo nel momento immediatamente successivo all’episodio”.  Il quotidiano israeliano non ha specificato se si facesse riferimento al padre o al figlio.

Il battaglione Netzah Yehuda ha precedenti di violenza contro i palestinesi. Nel 2016, un soldato Netzah Yehuda fu condannato a nove mesi di prigione per aver torturato un palestinese sospetto, con l’utilizzo di elettroshock.

Nel 2015, un soldato appartenente allo stesso battaglione fu condannato a 21 giorni di prigione militare per aver festeggiato durante un matrimonio l’uccisione del palestinese Ali Dawabsheh di 18 mesi di età. In un video dell’accaduto si vedono gli ospiti del matrimonio mentre ballano con i fucili e danno coltellate alla foto di Ali. Si crede che il soldato avesse relazioni con Amiram Ben-Uliel, il colono israeliano ritenuto l’autore dell’attacco incendiario che uccise Ali ed i suoi genitori, lasciando orfano il fratello Ahmed di 5 anni.

Traduzione per InfoPal di Laura Della Ciana