Pulizia etnica a Gerusalemme: proprietari costretti ad abbattere casa e 3 negozi

Gerusalemme/al-Quds-PIC e Quds Press. Martedì l’autorità di occupazione israeliana (IOA) ha costretto un cittadino gerosolimitano a demolire la propria casa nella città di Beit Hanina e un altro i suoi negozi nel quartiere di Jabel Mukaber con il pretesto della mancanza di permessi israeliani.

Secondo fonti locali, sette persone delle famiglie di al-Rajbi sono rimaste senza tetto dopo che l’IOA li ha costretti ad abbattere la loro casa a Beit Hanina, a nord-est della città santa.

Il proprietario della casa, Jalal al-Rajbi, ha affermato di aver ricevuto, qualche settimana fa, un avviso dall’IOA che gli ordinava di radere al suolo la casa a proprie spese per evitare di pagare costi esorbitanti se i bulldozer israeliani avessero eseguito la misura.

Ha aggiunto che un tribunale israeliano ha emesso un verdetto circa due settimane fa al riguardo e gli ha concesso una settimana per adeguarvisi.

Rajbi viveva in quella casa con sua moglie e cinque figli.

Nel frattempo, l’IOA ha costretto la famiglia Khalaila, nel quartiere di Jabel Mukaber, nella Gerusalemme est, a demolire tre negozi.

Malek Khalaila, il proprietario, ha affermato che l’IOA lo ha costretto a radere al suolo tre negozi che aveva affittato a cittadini gerosolimitani, descrivendo la proprietà come la principale fonte di sostentamento per la sua famiglia e gli inquilini.

I gerosolimitani non hanno altra scelta che costruire senza licenza perché non ci sono mappe strutturali che rispondano al naturale aumento del loro numero, e per questo motivo vengono loro negati i permessi.

Si ritiene che la sistematica demolizione da parte di Israele delle case palestinesi nella Gerusalemme occupata abbia lo scopo di distruggere psicologicamente le famiglie gerosolimitane nel tentativo di costringerle a trasferirsi dalla città santa.