Pulizia etnica della Palestina e negligenza medica contro le prigioniere palestinesi ferite

Hebron-PIC. A causa della negligenza medica deliberatamente praticata dal Servizio penitenziario israeliano (IPS) contro i prigionieri palestinesi, le condizioni di salute di nove detenute ferite peggiorano di giorno in giorno, poiché viene inoltre impedito alle organizzazioni internazionali, come il Comitato internazionale della Croce Rossa, di intervenire per fornire loro assistenza.

Secondo la commissione per i diritti dei detenuti e degli ex detenuti, alcune di loro, arrestate dopo essere state ferite dai colpi esplosi dalle forze di occupazione israeliane (IOF), hanno bisogno di interventi urgenti.

Casi tragici.

La 17enne Lama al-Bakri, detenuta nella prigione di Hasharon, è stata colpita tre volte alle gambe dai proiettili esplosi dai soldati delle FOI durante il suo arresto. Lama non è in grado di muoversi e ha bisogno di un intervento chirurgico urgente, oltre a trattamenti medici continui.

Abla al-Adam, 46 anni, madre di nove figli, è stata arrestata mentre era ferita alla testa e alle spalle. In seguito ha perso la vista all’occhio destro a causa della mancanza di cure.

Shurouq Dwayyat, 20 anni, rischia la paralisi a un braccio. Prima di essere arrestata, i militari le hanno sparato ad una spalla, causandole un grave danno all’arteria principale. Non ha ancora ricevuto alcun trattamento medico.

Le condizioni di Jihan Hashima non sono migliori. La detenuta trentottenne è stata arrestata dopo essere stata colpita diverse volte al piede sinistro. Hashima riesce a malapena a muoversi, non essendo ancora stata sottoposta a cure mediche decenti.

Amal Taqatqa, 24 anni, è stata arrestata dopo essere stata colpita alla coscia, al torace e al petto. Una soldatessa israeliana l’ha colpita violentemente al petto con il calcio del fucile, causandole diverse fratture della gabbia toracica. Anche Amal ha bisogno di un intervento chirurgico urgente, ma l’amministrazione dell’ospedale della prigione di Ramla continua a ritardare il trattamento.

La detenuta diciottenne Marah Bakir è stata colpita per ben 13 volte al braccio sinistro e alcuni dei proiettili non sono ancora stati rimossi dal suo corpo, mentre Nourhan Awwad, coetanea di Marah, ha diversi proiettili ancora conficcati nella coscia sinistra e nell’addome.

Hilwa Hamamra, 26 anni, madre di una bambina, è stata arrestata mentre era gravemente ferita. Le lesioni subite hanno portato alla rimozione di parti del fegato, pancreas, milza e intestino.

La storia di Israa Ja’abis, 32 anni, è ancora più tragica. È stata gravemente ustionata, soprattutto sul viso, sul petto e sulle mani, dopo che i militari israeliani hanno aperto il fuoco contro la sua auto, causando un’esplosione. Anche Israa sta soffrendo sia psicologicamente che fisicamente a causa del trattamento illecito dell’IPS e della negligenza medica.

La negligenza come arma di vendetta.

ll direttore della Commissione per i diritti dei detenuti e degli ex detenuti, Isa Qaraqe, ha affermato che questa politica di negligenza medica perseguita nei confronti delle detenute deriverebbe dal fatto di aver opposto resistenza all’occupazione israeliana.

Qaraqe ha sottolineato che Israele, perseguendo tale politica, viola la Quarta Convenzione di Ginevra, in particolare quella sul trattamento dei prigionieri di guerra.

In un’intervista al PIC, Qaraqe ha affermato che la sua Commissione aveva concordato con Medici Senza Frontiere di inviare specialisti ad occuparsi della cura delle detenute nelle carceri israeliane, ricevendo in risposta il diniego delle autorità carcerarie.

Da parte sua, il leader del partito di Iniziativa Nazionale, Mustafa Barghouti, ha affermato che l’IPS sta commettendo un “olocausto” contro le detenute ferite.

Secondo Barghouti, sono in corso degli sforzi per presentare una denuncia ufficiale al Tribunale penale internazionale contro l’IPS e il ministero della Pubblica Sicurezza di Israele a causa della deliberata negligenza medica e di altre pratiche razziste contro i prigionieri palestinesi.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio