Jenin – Pal-Info. Le forze d’occupazione israeliane hanno consegnato ai residenti palestinesi del villaggio di ‘Aqabah, nel nord della Valle del Giordano, 17 avvisi di demolizione edilizia.
Già nel mese in corso, erano state consegnate otto notifiche di questo tipo, sempre ad ‘Aqabah.
Al-Hajj Sami Sadeq, a capo del consiglio dei villaggi nella regione, ha riferito che gli otto avvisi consegnati a gennaio colpiscono famiglie palestinesi le cui abitazioni erano state demolite da Israele a più riprese.
Tra i cittadini che hanno ricevuto le ultime comunicazioni: Akram Mohammed Saleh ‘Abdelkarim, Ma’moun Moustafa Dabak, Ahmed Mahmoud Taleb, i due fratelli Khaled e Eiyad Fayyad Dabak, Deifallah ‘Odeh e Na’el Mohammed ‘Abdelkarim.
Sadeq ha chiesto che i propri concittadini vengano protetti e ha promesso che tutti resisteranno contro questa politica israeliana.
“Nel nord della Valle del Giordano, il 95% delle case e delle strutture edilizie in generale, sono a rischio di demolizione, strade e moschea compresi. Israele sostiene che siano troppo vicini alle proprie aree militari. Ricadono nell’area C, sotto pieno controllo israeliano”.
“Sono manovre che giungono dopo una serie di proteste e iniziative contro l’ebraicizzazione promosse dal Comitato per la difesa della terra di ‘Aqabah e dal Comitato popolare di resistenza non-violenta per la protezione della terra”, rivela Sadeq.
Viene poi lanciato un appello alle istituzioni locali e internazionali per i Diritti Umani, affinché garantiscano protezione per questi cittadini. “Essi chiedono solo di restare sulle proprie terre orignarie, di vivere in pace e serenità”, aggiunge il responsabile palestinese.
Dal 1967 la popolazione palestinese della Valle del Giordano è stata sottoposta alle peggiori politiche israeliane: morti e feriti (50), terra devastata e campi dati alle fiamme, chiusura e restrizioni alla libertà di movimento.
Hanno perso la casa 700 palestinesi, essi non usufruiscono più dei servizi di base, quindi fondamentali, licenze edilizie, né acqua potabile.
Contadini e pastori vengono arrestati, mentre, come avviene per le loro abitazioni, anche altre strutture di loro proprietà come magazzini, capannoni e depositi vengono distrutti da Israele.
Per due volte, nel 1999, Israele ha distrutto rete telefonica, rete elettrica e cisterne d’acqua per uso agricolo.