Già nel mese in corso, erano state consegnate otto notifiche di questo tipo, sempre ad ‘Aqabah.
Al-Hajj Sami Sadeq, a capo del consiglio dei villaggi nella regione, ha riferito che gli otto avvisi consegnati a gennaio colpiscono famiglie palestinesi le cui abitazioni erano state demolite da Israele a più riprese.
Tra i cittadini che hanno ricevuto le ultime comunicazioni: Akram Mohammed Saleh ‘Abdelkarim, Ma’moun Moustafa Dabak, Ahmed Mahmoud Taleb, i due fratelli Khaled e Eiyad Fayyad Dabak, Deifallah ‘Odeh e Na’el Mohammed ‘Abdelkarim.
Sadeq ha chiesto che i propri concittadini vengano protetti e ha promesso che tutti resisteranno contro questa politica israeliana.
“Nel nord della Valle del Giordano, il 95% delle case e delle strutture edilizie in generale, sono a rischio di demolizione, strade e moschea compresi. Israele sostiene che siano troppo vicini alle proprie aree militari. Ricadono nell’area C, sotto pieno controllo israeliano”.
“Sono manovre che giungono dopo una serie di proteste e iniziative contro l’ebraicizzazione promosse dal Comitato per la difesa della terra di ‘Aqabah e dal Comitato popolare di resistenza non-violenta per la protezione della terra”, rivela Sadeq.
Viene poi lanciato un appello alle istituzioni locali e internazionali per i Diritti Umani, affinché garantiscano protezione per questi cittadini. “Essi chiedono solo di restare sulle proprie terre orignarie, di vivere in pace e serenità”, aggiunge il responsabile palestinese.
Dal 1967 la popolazione palestinese della Valle del Giordano è stata sottoposta alle peggiori politiche israeliane: morti e feriti (50), terra devastata e campi dati alle fiamme, chiusura e restrizioni alla libertà di movimento.
Hanno perso la casa 700 palestinesi, essi non usufruiscono più dei servizi di base, quindi fondamentali, licenze edilizie, né acqua potabile.
Contadini e pastori vengono arrestati, mentre, come avviene per le loro abitazioni, anche altre strutture di loro proprietà come magazzini, capannoni e depositi vengono distrutti da Israele.
Per due volte, nel 1999, Israele ha distrutto rete telefonica, rete elettrica e cisterne d’acqua per uso agricolo.