‘Punirli anche con la pena di morte’: politici israeliani sui detenuti in sciopero

In foto: prigioniero palestinese bendato. “Devono scomparire, andare in paradiso…tutti quanti, laggiù non ci potrà essere alcun compromesso”, Avigdor Lieberman – attuale ministro degli Esteri dello Stato di Israele.

Ramallah – InfoPal. Ra’faat Hamduna, direttore del Centro per i Prigionieri, si dice preoccupato per le dichiarazioni provenienti da ambienti politici israeliani a commento dello sciopero della fame a oltranza dei detenuti palestinesi.

Il ministro per la Sicurezza Interna di Israele, Yitzhak Aharonovich, definisce i detenuti palestinesi “terroristi dalle mani sporche di sangue”.

Shaul Mofaz, leader di fresca nomina del partito Kadima, a capo del Comitato per gli Affari con l’Estero, chiede di “inasprire le misure contro i detenuti palestinesi”.

Il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, chiede di sbarazzarsi dei detenuti palestinesi, e Silvan Shalom, vice premier di Israele, chiede di “applicare nei loro confronti la pena di morte”.

Ancora, dal partito di maggioranza, il Likud, i deputati Danny Danon e Yisrael Katz, ministro dei Trasporti, promuovono l’adozione di nuove leggi punitive per i detenuti palestinesi.

Questo è lo scenario del quale Hamduna, si dice preoccupato, anche per il silenzio dimostrato dal premier israeliano, Benjamin Netanyhau, impeganto sul fronte elettorale interno.

Elisa Gennaro