Puntare alla polizia e proteggere i ladri: gli sforzi di Israele per diffondere il caos nella Striscia di Gaza

Gaza-PIC. Tra gli obiettivi dell’occupazione israeliana nella sua continua aggressione contro la Striscia di Gaza negli ultimi 15 mesi c’è la diffusione del caos e il guasto alla giustizia in tutte le aree delle città. Ciò si ottiene tramite il diretto bersaglio delle forze dell’ordine palestinesi da un lato, e sostenendo le bande criminali che rubano gli aiuti umanitari dall’altro. In questo modo, Israele cerca di rimpiazzare sicurezza e stabilità con il caos: il ciò coincide con i massacri giornalieri, l’assedio e la fame dei residenti della Striscia.

Il comandante della polizia a Gaza, il Generale Maggiore Mahmoud Salah Abu Salah e il suo vice Hossam Mustafa Shahwan, sono stati resi martiri in seguito a un bombardamento israeliano alle tende per il dislocamento dei cittadini nell’area di Mawasi a Khan Yunis nella Striscia assediata. Era parte del crimine israeliano che ha portato alla morte di 11 persone, inclusi donne e bambini, in aggiunta ai 15 feriti.

Secondo le informazioni raccolte dal Palestinian Center for Human Rights a Khan Yunis, all’01:15 del mattino di giovedì 2 gennaio 2025, gli aerei dell’occupazione hanno attaccato le tende delle persone dislocate con non meno di cinque missili in due aree approssimativamente a 200 metri di distanza nel campo Ihsan nella zona Attar, a sud-ovest del Mawasi di Khan Yunis, che ha portato alla morte del generale di divisione Mahmoud Salah e del suo assistente, il generale di divisione Hossam Shahwan.

Il tentativo di diffondere il caos.

Il ministero dell’Interno e della Sicurezza Nazionale a Gaza ha annunciato l’assassinio diAbu Salah e Shahwan, giovedì mattina, mentre “stavano eseguendo il loro dovere umanitario e nazionale nel servire i cittadini palestinesi tra le condizioni catastrofiche causate dall’aggressione israeliana. Ciò ha portato al martirio di vari cittadini in seguito al bombardamento aereo”.

La dichiarazione proseguiva: “Il Maggiore Mahmoud Salah si erge come martire nel campo del servizio al nostro popolo, coronando la sua vita con la medaglia del martirio dopo 30 anni di lavoro nella polizia palestinese, muovendosi tra le varie responsabilità fino al raggiungimento del suo ruolo come capo della polizia per gli ultimi sei anni”.

Dal canto suo, l’Ufficio media del governo di Gaza (GMO) ha confermato che l’escalation dell’occupazione israeliana nei confronti delle forze di sicurezza e del personale di sicurezza della Striscia fa parte di un piano volto a creare un vuoto amministrativo e governativo, per diffondere il caos e la crisi della sicurezza nella Striscia di Gaza, nel tentativo di minare la resilienza delle persone e destabilizzarle.

Il GMO ha affermato che il numero dei martiri tra il personale di sicurezza è arrivato a 736, riflettendo la scala dei crimini commessi dall’esercito di occupazione, che ha puntato a chiunque cercasse di fornire assistenza e sollievo alle persone colpite a Gaza, sottolineando che essi continuano a servire il popolo palestinese e non si tireranno indietro dall’adempimento del loro dovere nazionale: “Continueremo ad affrontare i tentativi dell’occupazione di creare caos, crolli, e destabilizzare la sicurezza a Gaza”.

Un crimine di guerra.

Il Palestinian Center for Human Rights ha condannato il crimine di assassinio di Abu Salah e Shahwan, affermando che il continuo attacco contro gli elementi e la leadership della polizia civile da parte delle forze di occupazione durante il genocidio in corso contro Gaza, mira a fomentare il caos, diffondere la criminalità organizzata, esacerbare le sofferenze umanitarie e minare qualsiasi sforzo per raggiungere anche il minimo livello di sicurezza, che è parte integrante del crimine di genocidio.

L’avvocato Raji Sourani, direttore del Palestinian Center for Human Rights, ha affermato: “La polizia blu (civile) e la sua leadership sono parte delle istituzioni civili, e attaccarle è un crimine di guerra. Nel contesto del genocidio perpetrato da Israele, l’obiettivo di puntare alla polizia è di impiantare e diffondere caos, insicurezza e di diffondere il furto in mezzo alla carestia, povertà e dislocamento, permettendo alla legge della giungla di prevalere e spingere le persone a emigrare dalla Striscia di Gaza”.

I Comitati di Resistenza piangono i martiri.

I Comitati di Resistenza in Palestina hanno pianto di martiri Salah e Shahwan, affermando che “sono saliti sulla via di Gerusalemme a causa di un’operazione di assassinio sionista effettuata da aerei nemici sulle tende degli sfollati a al-Mawasi di Khan Yunis”, elogiando il ruolo del martire Abu Salah e il suo viaggio d’onore, affermando che “ha contribuito ottimamente alla costruzione di una forza di polizia palestinese secondo una dottrina nazionale palestinese e la protezione della resistenza”.

Il Comitato di Resistenza ha aggiunto in una dichiarazione che il martire Abu Salah ha stabilito le fondamenta della sicurezza, stabilità, comunità e pace civile nonostante le risorse limitate, persecuzione, assassinii e ripetuti attacchi alla polizia e il suo personale.

Hanno notato che l’assassinio di Salah e Shahwan e il bersaglio della polizia civile palestinese, che non si è fermata durante l’aggressione e il genocidio a Gaza, mira unicamente a diffondere il caos e distruggere il tessuto nazionale e comunitario e la pace civile per imporre malevoli programmi e piani sionisti a Gaza, affermando che “nonostante gli omicidi, le persecuzioni e i miracoli della polizia, rimarrà lo scudo forte, la fortezza fortificata e il supporto originale per il nostro popolo e la loro valorosa resistenza”.

Proteggere i ladri.

Ocasionalmente emergono bande criminali che sfruttano le difficili condizioni di vita della popolazione nel mezzo del genocidio: esse rubano aiuti umanitari, che rappresentano l’unica via di salvezza per la popolazione della Striscia a causa delle politiche di fame e blocco imposte loro dall’inizio della guerra.

Nelle zone vicine al muro di sicurezza israeliano ad est della Striscia di Gaza, adiacenti ai luoghi in cui le forze di occupazione invadono, queste bande si rifugiano per tagliare le rotte degli aiuti umanitari e prenderne possesso, contribuendo alla carestia che colpisce la parte meridionale della striscia, dove si concentra la più alta densità di popolazione, nonché la parte settentrionale assediata.

Crimine organizzato.

Questa crisi si è aggravata con l’emergere di bande che praticano la “criminalità organizzata”: l’occupazione ha contribuito alla loro formazione e diffusione, prendendo di mira squadre di sicurezza composte da elementi di sicurezza e tribali per proteggere gli aiuti, creando un vuoto che ha permesso loro di espandersi e commettere i loro crimini senza timore di essere perseguiti.

La nota reputazione di queste bande pericolose si è diffusa nel sud di Gaza, e la popolazione concorda che loro e l’occupazione sono “due facce della stessa medaglia, aumentando la loro sofferenza e tormento”. Nelle dichiarazioni precedenti il ministro dell’Interno palestinese nella Striscia di Gaza ha confermato di aver monitorato le comunicazioni tra queste bande e l’occupazione per dirigere i loro compiti e fornire loro copertura di sicurezza da parte degli ufficiali di sicurezza interna israeliani (Shin Bet).

Il GMO ha annunciato che queste bande hanno causato la morte di un grande numero di poliziotti e dei membri della sicurezza che proteggono i camion di soccorso.

Hamas e i circoli di sicurezza, fazioni e comunità a Gaza accusano queste bande di essere legate e collaborare con l’occupazione per i furti e la creazione del caos mentre destabilizzano la sicurezza e la stabilità sul fronte interno.

Traduzione per InfoPal di Giusy Saviano