Quando interrogarsi è utile

Nigrizia. i Mostafa El Ayoubi.

Troppa disinformazione sulla Siria. I media occidentali sono schierati compatti contro il regime di Al-Assad. Spesso però le immagini delle atrocità sono di dubbia autenticità.

Il massacro di Houla resta un mistero: perché mai il dittatore avrebbe dovuto far fuori i suoi? E chi sta dietro l’Esercito siriano libero, chi l’ha costituito, da chi è composto, chi lo finanzia, chi lo arma?

E’ un’estate rovente quella che si sta vivendo in Siria oggi. La situazione è peggiorata. La popolazione è presa tra due fuochi contrapposti: quello dei ribelli armati, più o meno legati all’Esercito siriano libero (Esl), e quello dell’esercito regolare. In un anno e mezzo di scontri, oltre 12mila i morti tra civili e militari.

L’opinione pubblica internazionale è divisa. I più attribuiscono tutta la responsabilità al regime di Al-Assad. Gli altri, minoritari, ritengono che il problema è molto più complesso di quel che appare e che i siriani sono stati trascinati in un problema che coinvolge l’intero Medio Oriente. Chi è convinto che Al-Assad sia la causa di tutto, da cosa deduce questa convinzione e quali sono le fonti d’informazione su cui si basa?

La maggioranza degli italiani pensa che la colpa sia esclusivamente del regime e che bisogna intervenire per salvare il popolo siriano. Convinzione ingenua, dovuta al fatto che sulla crisi siriana l’informazione è uniforme, monolitica e unidirezionale. Quasi tutti i media importanti sono schierati contro il governo e l’opinione ha un’idea inesatta della crisi.

Anche i Tg utilizzano l’informazione come mezzo di propaganda per convincerci della necessità di intervenire per salvare il popolo dal tiranno, offrendo immagine e filmati che documentano “le atrocità del regime”. Si tratta spesso di documenti di dubbia autenticità: fotomontaggi, video truccati risalenti ad altri conflitti. Il sangue versato da migliaia di persone è utilizzato come merce di scambio per un progetto geopolitico che nulla ha a che fare con l’amore per l’umanità e la democrazia. Il cinismo con il quale è portato avanti questo progetto è disumano.

In seguito alla recente strage di Houla, dove sono morte più di 100 persone, ra cui moti bambini, la britannica Bbc ha illustrato quella tragedia con un’immagine che mostrava una serie di cadaveri avvolti nei sudari. Si è poi scoperto che la foto utilizzata risaliva alla guerra in Iraq. Dopo la storiella delle “armi di distruzione di massa di Saddam”, raccontare bugie si è rivelato molto efficace.

Immagini come quelle dei bambini sgozzati durante il massacro di Houla si sedimentano nell’immaginario collettivo e suscitano reazioni emotive che impediscono di sdegnarsi i modo consapevole ed di denunciare l’utilizzo delle vite umane come carne da macello da chi ha ormai deciso di mettere le mani sulla Siria. All’indomani di quella strage, si è sollevato un coro di condanna, senza prove, contro il regime. Domanda: perché mai Al-Assad, che è sotto stretta sorveglianza della comunità internazionale, avrebbe dovuto dare l’ordine alle sue truppe e milizie di sterminare decine di famiglie? Qualche giornale, come il Frankfurter Allgemeine Zeitung, si è posto la domanda ed è giunto alla conclusione – che però non ha avuto eco – che “dietro il massacro di Houla c’è l’opposizione armata dell’Esl”. In un articolo apparso l’8 giugno sul quotidiano tedesco si evince che la tesi secondo cui il regime è stato il mandante di qquel crimine non regge. Houla è compostaq per il 90% di sunniti, ma le vittime della strage erano per lo più alawiti e sunniti convertiti alla fede sciita. Tra le famiglie sterminate alcune erano legate al regime e altre imparentate con parlamentari della nuova assemblea siriana. Perché il tiranno dovrebbe uccidere i “suoi”?

Se il fine giustifica i mezzi, allora neanche i giornalisti sono al riparo. In un articolo pubblicato dal Guardian, Alex Thompson, noto inviato di guerra, ha denunciato il fatto che l’opposizione armata gli ha teso una trappola per farlo ammazzare dall’esercito regolare siriano e mettere così il regime in seri guai, in quanto l’uccisione di un giornaliata occidentale è una potenziale condanna dell’Onu!

La crisi in Siria è estremamente complicata. Analizzarla e dare delle risposte è difficile. Ma è importante porsi con insistenza degli interrogativi. Chi c’è dietro l’Esl? Chi l’ha costituito? Da chi è composto? Chi lo finanzia? Chi lo arma e ammaestra? Chiedersi chi prenderà il potere, dopo l’eventuale caduta del regime, è più che legittimo, dato che l’obiettivo finale è l’instaurazione della democrazia in Siria.

Porsi simili domande non significa essere “pro-regime”. E affibbiare questo appellativo a chi non aderisce alla campagna di disinformazione su quanto accade in Siria non è affatto corretto.