Quasi 2 milioni di israeliani vivono al di sotto della soglia ufficiale di povertà

MEMO. Quasi due milioni di cittadini israeliani vivono al di sotto della soglia ufficiale di povertà, ha riferito il 21 gennaio l’Istituto nazionale di Previdenza. Ciò rappresenta il 23% della popolazione totale. Circa un terzo di tutti i bambini israeliani è incluso in quella cifra.

Secondo l’Istituto, il tasso di povertà tra i cittadini arabi di Israele è quasi il 50 per cento, che è il doppio del tasso registrato tra i cittadini ebrei. Sebbene le statistiche coprano lo scorso anno, la soglia di povertà in Israele si basa sul limite del 2018 di 3.593 shekel per persona e 5.750 shekel per coppia.

Le autorità di assistenza sociale hanno sottolineato che la pandemia di coronavirus non ha colpito solo le persone collocate nella fascia socio-economica più bassa.

Da quando è entrato a far parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nel 2010, il tasso di povertà in Israele non è cambiato, nonostante un aumento delle aliquote fiscali, che sono tra le più alte al mondo.

La disoccupazione, nel frattempo, continua ad essere a un livello record dall’inizio del terzo lockdown in risposta alla pandemia il 27 dicembre. Il numero di disoccupati a causa del coronavirus dovrebbe superare il milione entro la fine di febbraio.

Il ministero delle Finanze israeliano prevede che, anche se la campagna di vaccinazione contro il virus avesse successo e le restrizioni venissero rimosse nel prossimo futuro, la crisi legata alla disoccupazione continuerà per tutto l’anno.

Ha suggerito che nello scenario più ottimistico in cui le restrizioni fossero rimosse, la vita normale riprendesse e le attività economiche fossero completamente aperte, il tasso di disoccupazione rimarrebbe alto, raggiungendo l’8,6%, quest’anno. Se, tuttavia, la crisi sanitaria peggiorasse, il ministero prevede che il tasso di disoccupazione salirà all’11,6 per cento.

Traduzione per InfoPal di Giulia Deiana