Quattro pescatori arrestati e un peschereccio confiscato

Gaza – Pchr. Il Pchr condanna le continue violazioni israeliane nei confronti dei pescatori palestinesi nella Striscia di Gaza.

Il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) condanna le continue prevaricazioni israeliane nei confronti dei pescatori palestinesi nella Striscia di Gaza ed è preoccupato per l’escalation di questi soprusi, che hanno portato all’arresto di quattro pescatori e alla confisca di un peschereccio di proprietà di un pescatore della Striscia di Gaza.

Secondo le indagini condotte dal Pchr, verso le 8:10 di domenica 7 ottobre 2012, le forze navali israeliane posizionate fuori dalla località di al-Waha (a nord ovest di Beit Lahiya), nel nord della Striscia di Gaza, hanno arrestato quattro pescatori mentre stavano pescando a 2,5 miglia nautiche dalla costa. Le forze di occupazione israeliane (Iof) hanno inseguito un peschereccio appartenente a un pescatore, Majed Fadel Baker (51 anni), che stava navigando con i suoi tre figli, Imran (27), Fadi (26), e Mohammad Majed Baker (20). Le Iof hanno circondato e fermato l’imbarcazione palestinese, per poi costringere i quattro pescatori a togliersi i vestiti, saltare in acqua e nuotare fino alla cannoniera israeliana. Poi hanno arrestato i pescatori, ammanettandoli e bendandoli, e li hanno condotti in acque israeliane, trainando con loro la barca. I quattro pescatori sono stati rilasciati alle 16:00 circa del giorno stesso al valico di Erez, dopo essere stati interrogati.

Nella sua testimonianza a un operatore del Pchr, Majed Fadel Baker, proveniente dal quartiere Rimal a nord di Gaza City, ha affermato:

“Alle 5:00 di domenica 7 ottobre 2012, ho preso il largo con i miei tre figli sulla mia barca verso la zona di as-Sudaniya, dove abbiamo raggiunto la distanza di 2,5 miglia al largo dalla riva di al-Waha, a nord della Striscia di Gaza. Alle 8:00, due navi da guerra israeliane si sono avvicinate a noi ad una distanza di circa 50 metri, con 10 soldati a bordo. Uno dei soldati ci ha ordinato di fermarci, di spogliarci dei nostri vestiti e di saltare in acqua per nuotare verso di loro. Abbiamo obbedito e ci siamo diretti a nuoto verso l’imbarcazione israeliana. I soldati ci hanno ammanettato, bendato e legato ad uno dei pilastri in acciaio della nave. Abbiamo raggiunto porto di Ashdod e siamo stati interrogati fino alle 15:30. Poi siamo stati ammanettati di nuovo, bendati ancora una volta e ci hanno trasportato in un veicolo israeliano fino al valico di Erez, dove ci hanno rilasciato alle 16:00. Le Iof hanno confiscato la mia barca e la mia attrezzatura da pesca. ”

Le ingiustizie israeliane commesse dalle forze navali contro i pescatori palestinesi nelle acque della Striscia di Gaza si sono intensificate dall’inizio di quest’anno. Il Pchr ha documentato 166 violazioni contro i pescatori della Striscia di Gaza tra l’inizio del 2012 e la fine di settembre, di cui 77 sono scontri a fuoco che hanno portato all’uccisione di un pescatore e alla contusione di un altro. Questi soprusi hanno anche portato all’arresto di 45 pescatori in 17 volte, così come alla confisca di 19 pescherecci e alla distruzione di attrezzature da pesca in 8 differenti casi.

Bisogna notare che le forze israeliane hanno recentemente imposto maggiori restrizioni al lavoro dei pescatori nella Striscia di Gaza. Dal 2000, ai pescatori è stato negato il diritto a navigare e pescare. Le forze israeliane hanno ridotto l’area di pesca originariamente di 20 miglia marine, come era stato istituito al momento degli accordi sottoscritti tra palestinesi ed Israele, a sole 6 miglia nautiche nel 2008. Tuttavia, le forze israeliane hanno continuamente impedito ai pescatori di andare al di là delle 3 miglia marine, già dal 2009. Come risultato, i pescatori sono stati impossibilitati dal raggiungere le aree oltre quella distanza, in cui il pesce ovviamente è abbondante. A volte, le forze israeliane inseguono i pescatori fino alla zona delle 3 miglia nautiche. Di conseguenza, i pescatori palestinesi hanno perso l’85% della loro fonte di reddito, a causa della limitazione della zona di pesca da parte israeliana.

Alla luce di quanto detto, il Pchr condanna le recenti prevaricazioni commesse dalle forze israeliane nei confronti dei pescatori palestinesi. Il Pchr ritiene che tali violazioni siano commesse nel contesto della crescente politica di punizione collettiva contro i civili e che facciano parte di quel sistema che cerca di impedire ai civili di soddisfare le loro esigenze di sopravvivenza, il che è vietato dal diritto internazionale umanitario e dai diritti umani. Il Pchr chiede quindi alle Iof di:

1 – fermare immediatamente la sua politica di inseguimento e arresto dei pescatori palestinesi, di permettere loro di navigare e pescare liberamente, nonchè di restituire i pescherecci sequestrati e l’attrezzatura;

2 – pagare un risarcimento alle vittime delle angherie di Israele per i danni fisici e materiali causati ai pescatori e le loro proprietà;

3 – restituire immediatamente le barche sottraete ai loro proprietari e ricompensarli per eventuali danni causati dall’averle confiscate per un lungo periodo di tempo, o per qualsiasi altro danno che potrebbe essere stato causato.

Traduzione per InfoPal a cura di Erica Celada