Quella volta che Israele attaccò la Tunisia

A cura dei Giovani Palestinesi d’Italia. La guerra che scoppiò in Libano nel 1982 portò i capi dell’Olp a trasferire il loro quartier generale in Tunisia a Hammam Chott – sede che si scoprì essere lo scenario dell’ennesimo attentato terroristico da parte delle forze armate israeliane.

Il 1° ottobre, infatti, è il giorno in cui ricorre la memoria dell’attacco terroristico che colpì la sede dell’OLP in Tunisia nel 1985 – un’azione con la quale Israele volle dimostrare il suo dissenso per la mancata estradizione di tre fedayyin.

In questa data, dieci F-15 Eagle, con il supporto aereo di un 707- scelto per aggirare la copertura radar di Egitto, Libia e della VI flotta USA basata nel Mediterraneo – attaccarono la suddetta base. I caccia di Israele colpirono con una precisione assoluta distruggendo gli uffici di Yasser Arafat, di Al Fatah, del Fronte di Liberazione palestinese, il comando generale armato e il centro dei servizi di sicurezza e di trasmissione della resistenza: tre palazzine basse, letteralmente polverizzate insieme a tutti coloro che erano dentro. Tale attacco terroristico portò alla distruzione completa del quartier generale dell’OLPL, nonché all’uccisione di 68 persone innocenti (50 palestinesi e 18 civili tunisini), oltre a centinaia di feriti.

Quel giorno, però, Yasser Arafat – il capo dell’organizzazione – non era presente nella sede al momento dell’attacco e quindi riuscì a salvarsi. L’Assemblea generale dell’ONU condannò – dopo l’appello dello Stato tunisino – categoricamente l’azione israeliana contro il territorio tunisino con la risoluzione n. 573 del 4 ottobre 1985 evidenziando un’esplicita violazione dello statuto delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Inoltre, chiese ripetutamente agli Stati membri di prendere misure per dissuadere Israele dal ricorrere a tali atti contro la sovranità e l’integrità territoriale di tutti gli Stati. Per di più, chiese a Israele di non perpetrare tali atti di aggressione o minacciare di farlo. Infine, la risoluzione puntualizzò che la Tunisia avesse diritto a un adeguato indennizzo per i danni e le perdite di vite umane per i quali Israele era chiaramente responsabile. Grazie a @bright_kape per l’articolo e a @drew_ric per la grafica.