Gaza. Questo venerdì, afferma il responsabile palestinese dei valichi e delle frontiere, Raed Fattouh, non entreranno a Gaza né merci né aiuti umanitari, poiché Israele ha deciso di chiudere tutti i terminal.
I valichi dovrebbero restare aperti sei giorni alla settimana, ma negli scorsi sette mesi quello di Keren Shalom è stato aperto solo una volta di venerdì, a febbraio, a causa di un'emergenza nella consegna di carburante.
Questa continua chiusura del valico si è verifica tra l'altro dopo che John Holmes, il sottosegretario generale per le questioni umanitarie e coordinatore degli aiuti d'emergenza per le Nazioni Unite, ha visitato la Striscia di Gaza, chiedendo la fine del blocco.
In un'intervista a “Haaretz”, Holmes ha detto che il blocco incoraggia un'economia di sottobosco e rafforza il governo di fatto a Gaza, piuttosto che indebolire l'autorità di Hamas. I tunnel “da una parte alleviano le pene dell'embargo, ma dall'altra non sono un bene poiché incoraggiano un'economia 'mafiosa' che beneficia finanziariamente Hamas”.
Egli ha perciò reclamato la fine del blocco israeliano, consentendo ai palestinesi di Gaza di “ricostruire le loro case disastrate e riprendere a vivere normalmente, puntando in particolare su un nuovo sviluppo del settore privato”.
Il rapporto emesso dall'ufficio di cui è responsabile Holmes mette inoltre in guardia dalla continua penuria di carburante a Gaza, che provoca in varie zone interruzioni nell'erogazione di corrente elettrica anche per 8-12 ore.
In esso si riferisce anche che solo 1,4 milioni di litri di carburante ad uso industriale sono entrati a Gaza la scorsa settimana, sebbene il fabbisogno settimanale, a dicembre 2009, sia stato di 1,7 milioni di litri e, precedentemente, di 2,2 milioni.