Rabbia anti-Usa nel mondo arabo e islamico

Sudanese protesters climb over a fence during a protest against a sacrilegious anti-Islam film outside the US embassy in Khartoum, Sudan, September 14, 2012.

PressTv, al-Masr al-Yawm e InfoPal. La furia contro il film statunitense anti-islamico si è diffusa nel mondo musulmano, con manifestanti che marciano verso le ambasciate Usa e bruciano bandiere.

Musulmani in EgittoIran, Libano, PalestinaSudan, Tunisia, Yemen, Afghanistan, India, Indonesia e in molti altri stati, compresi gli Usa, l’Australia e lArgentina, sono scesi in strada dopo la preghiera del venerdì, ieri, 14 settembre, per condannare il video blasfemo prodotto negli Stati Uniti, che insulta il profeta Muhammad.
Le proteste anti-Usa sono scoppiate martedì11 settembre, dopo che il video aveva portato a un attacco contro il consolato Usa nella città libica di Bengazi, nel quale l’ambasciatore statunitense e altri tre membri dello staff diplomatico sono stati uccisi.
Tre persone sono state uccise e decine ferite in Tunisia, dopo che la polizia ha aperto il fuoco contro i manifestanti radunatisi vicino all’ambasciata Usa nella capitale, Tunisi.
Violenti scontri sono scoppiati tra le forze di sicurezza tunisine e i manifestanti, che hanno tirato pietre contro i poliziotti, mentre questi hanno lanciato lacrimogeni e sparato in aria.
Le violenze maggiori sono scoppiate in Sudan, dove figure religiose di spicco hanno sollecitato i manifestanti a marciare verso le ambasciate Usa per protestare contro il video blasfemo. Migliaia di persone hanno scalato i muri dell’ambasciata statunitense a Khartoum, mentre la polizia ha aperto il fuoco. Un cittadino è rimasto ucciso.
In Yemen, la polizia ha sparato in aria e lanciato lacrimogeni contro una folla di circa 2000 manifestanti
Nella foto, manifestanti sudanesi fuori dell’ambasciata Usa a Khartoum, Sudan, 14 settembre 2012.