Raggiunto un accordo tra Usa e Russia sulla distruzione delle armi chimiche siriane

Ma’an/ AFP. Sabato 14 settembre, al termine dei suoi colloqui con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, il segretario di stato Usa, John Kerry, ha reso noto che Washington e Mosca hanno raggiunto un accordo sulla distruzione delle armi chimiche della Siria.

Nel corso di una conferenza stampa congiunta tra Lavrov e Kerry,  tenuta a Ginevra, al termine di tre giorni di colloqui, il segretario di stato Usa ha dichiarato: “La piena attuazione del quadro raggiunto potrà porre fine alla minaccia che queste armi rappresentano, non solo per il popolo siriano, ma anche per i suoi vicini di casa”.

“Poiché esiste un rischio concreto di proliferazione, questo quadro sarà in grado di fornire una maggiore protezione e sicurezza per il mondo intero”, ha sottolineato Kerry.

“Il mondo ora si aspetta che regime di Assad adempia ai suoi impegni… Non ci sarà nessuno spazio di manovra. Niente di meno che un pieno rispetto da parte del regime di Assad”, ha aggiunto.

Affrontando una crescente minaccia di un attacco militare, il governo di Assad aveva annunciato, all’inizio di questa settimana, di aver accolto una proposta russa per mettere l’arsenale chimico di Damasco sotto il controllo internazionale.

Nello stesso contesto, ieri, giovedì 13 settembre, la Siria ha cercato di aderire alla Convenzione sulle armi chimiche, che ne vieta la produzione e lo stoccaggio a livello mondiale.

Di fatto, il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha accolto la richiesta formale di adesione da parte del governo di Damasco.

Il portavoce dell’Onu, Farhan Haq, ha affermato che completare il processo di adesione potrebbe richiedere alcuni giorni. Tuttavia, l’ambasciatore siriano presso l’Onu, Bashar Jaafari, ha reso noto che il suo governo si considera un membro “legalmente a pieno titolo” della convenzione.

“Con questo, il capitolo delle cosiddette armi chimiche dovrebbe essere concluso”, ha dichiarato Jaafari ai giornalisti, aggiungendo che “le armi chimiche siriane rappresentavano una mera deterrenza contro l’arsenale nucleare israeliano”.

Stando alle disposizioni della convenzione, adottata a Parigi nel 1993, una volta accettata la domanda di adesione, la Siria ha 30 giorni di tempo per rivelare tutte le informazioni sul suo programma di armi chimiche.

La Siria era uno dei sette membri dell’Onu che non avevano firmato, o ratificato, il trattato di Parigi, insieme alla Corea del Nord, il Sudan del Sud, l’Angola e l’Egitto. Oltre ad Israele e alla Birmania, che non l’hanno ratificato.