Ramallah, Palestinese uccide 3 coloni e ne ferisce una quarta

Ramallah-Ma’an, PIC e Quds Press. Venerdì sera, un palestinese, Omar al-Abed, ventenne, di Kobar, nel distretto di Ramallah, è stato ferito, e si trova in condizioni moderate, dopo essere penetrato in una casa dentro un insediamento illegale israeliano nella Cisgiordania centrale occupata, aver pugnalato a morte tre coloni israeliani e averne ferito un’altra.

Un portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che un aggressore è entrato in una casa nell’insediamento illegale di Halamish, noto anche come Neve Tzuf, e ha pugnalato quattro israeliani.

Due sono deceduti poco dopo e due sono stati ricoverati in una condizione grave. Un terzo è stato successivamente dichiarato morto.
L’assalitore è stato colpito, ha detto il portavoce.

Secondo il sito israeliano di notizie Ynet, un uomo di 70 anni, suo figlio e sua figlia sui 30 anni, sono stati uccisi, e la moglie di 68 anni è gravemente ferite.

I quattro stavano facendo la cena dello Shabbat con circa 10 membri della loro famiglia, quando l’attaccante è entrato nella casa. Alcuni sono riusciti a nascondersi in una stanza separata, a chiamare la polizia e a chiedere aiuto. Secondo Ynet, un vicino, un soldato dell’esercito israeliano, ha sentito le grida ed è accorso sulla scena, ha sparato e ferito moderatamente l’aggressore.

I media israeliani hanno riferito che al-Abed aveva scritto su Facebook, prima di eseguire l’attacco: “Ho molti sogni e credo che verranno realizzati, amo la vita e amo rendere felici gli altri, ma qual è la mia vita quando (Israele) uccide donne e bambini e contamina la nostra Al-Aqsa?”

L’attacco mortale è avvenuto dopo che tre palestinesi sono stati uccisi – due di loro dalla polizia israeliana e uno da un colono israeliano – durante manifestazioni di disobbedienza civile a Gerusalemme che si sono trasformate in scontri violenti.

Centinaia di palestinesi disarmati sono stati feriti dalle forze israeliane, durante le proteste a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sotto assedio, contro le nuove misure di sicurezza alla moschea Al-Aqsa imposte da Israele.

I palestinesi hanno visto tali misure contro Al-Aqsa come l’ultima, estrema, aggressione israeliana che sfrutta le tensioni per promuovere il controllo su importanti siti nel Territorio palestinese occupato e per rendere normative le misure straordinarie contro gli autoctoni palestinesi.

Il portavoce di Hamas, Husam Badran, ha riferito, in risposta all’attacco all’insediamento: “Continueremo a combattere l’occupazione per il sostegno di Al-Aqsa”.

Sull’onda dell’incidente sono state dispiegate numerose truppe israeliane a Kobar ed è stata imposta la chiusura della cittadina, permettendo il transito solo a “casi umanitari”. Si tratta di una tipica risposta dell’esercito israeliano, abitualmente denunciata dai gruppi per i diritti umani come “punizione collettiva adottata su palestinesi innocenti”.

Le forze israeliane hanno fatto irruzione nella casa di al-Abed durante la notte e hanno arrestato il fratello, mentre hanno avviato i preparativi per la demolizione dell’abitazione, secondo quanto ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz.