Rapporto: 136 cittadine della Palestina del 1948 di fronte a politiche razziste

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Gerusalemme-PIC. In occasione del Giorno della Terra, il centro Adalah ha rilasciato un rapporto sulle condizioni abitative imposte dalla cosiddetta “Autorità territoriale israeliana” e dal ministero delle Infrastrutture e dell’Abitazione nel 2015.

Il rapporto evidenzia che il proseguimento e l’escalation delle politiche razziste israeliane sono direttamente collegate al peggioramento della situazione nei villaggi palestinesi nei confini della Palestina occupata del 1948 (Israele).

Stando al rapporto preparato dall’avvocato Mohammed Bassam, “la presa in esame delle condizioni poste dal governo confermano che la vasta maggioranza delle agevolazioni per l’acquisto di terre e gli sforzi per ridurre il costo delle abitazioni è a beneficio degli ebrei o delle comunità miste, mentre nessuno sforzo è volto a risolvere la crisi abitativa nei 136 villaggi e città arabe in cui vive il 91% della comunità palestinese nei Territori occupati del 1948”.

I risultati pubblicati da Adalah mostrano che solo il 4,6% di tutti gli insediamenti che l’Autorità Territoriale israeliana ha progettato nel 2015, era rivolto a comunità arabe, che rappresentano il 20% dell’intera popolazione. Le autorità hanno riservato 38.095 unità abitative alla comunità ebraica e alle comunità miste, mentre solo 1.835 unità abitative sono state assegnate a città o villaggi arabi.

Il rapporto di Adalah spiega che i villaggi rurali sono elencati sotto la lista “preferenza nazionale”, che include villaggi che meritano un sussidio governativo compreso tra il 20% ed il 70% del budget previsto per nuovi edifici.

La lista contiene solo 30 cittadine arabe su un totale di 558 (la proporzione è solo del 5%), mentre, in pratica, non tutti i villaggi elencati ottengono tale supporto. Nel 2015, 363 villaggi rurali hanno ricevuto il sussidio di cui solo tre erano arabi, equivalente allo 0,3%.

Il rapporto ha evidenziato che la crisi abitativa nelle aree arabe è il risultato di una sistematica politica, dall’istituzione di Israele fino ad oggi, che considera la società araba come estranea ed ostile e in profondo contrasto con l’ideologia sionista del processo di ebraizzazione delle terre. Il rapporto suggerisce infine che “soluzioni alla crisi abitativa nella comunità palestinese nei Territori occupati nel 1948 non possono essere eque o efficaci senza correggere le storiche e continue ingiustizie contro il popolo palestinese”.