Rapporto accusa formalmente funzionari sanitari israeliani per scomparsa di bambini yemeniti

Tel Aviv – MEMO. Il sistema sanitario israeliano è stato coinvolto nella scomparsa di bambini di origine yemenita negli anni ’50, destinati all’adozione da parte di famiglie benestanti israeliane, secondo quanto affermato in un rapporto pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz, rivelato giovedì e riportato dall’agenzia stampa Anadolu.

Citando un documento redatto dal ministero della Sanità israeliano, finora non pubblicato ufficialmente, il giornale afferma che medici, infermieri e badanti israeliani sono stati coinvolti “nel sequestrare i bambini e come intermediari nelle loro adozioni, a volte in cambio di denaro”.

Il rapporto cita giustificazioni razziste per la sottrazione dei bambini ai loro genitori biologici, come “immigrati arretrati dai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa”, ​e sostiene che i sequestri fossero avvenuti nel “migliore interesse dei bambini”.

La questione nota come “l’affare dei bambini yemeniti”, che ha occupato i titoli dei giornali in Israele negli ultimi anni, si riferisce alla scomparsa di bambini di immigrati ebrei che erano arrivati ​​in Israele dallo Yemen.

Haaretz, tuttavia, ha affermato che il rapporto non include testimonianze, dettagli o dati sulla portata del fenomeno. Tuttavia, si tratta del “primo riferimento ufficiale da parte di un ministero” nello scandalo che “ha perseguitato Israele per molti decenni”.

I funzionari del ministero della Salute che hanno redatto il documento hanno raccomandato un’azione, e hanno chiesto scusa in vece del “sistema sanitario per il coinvolgimento dei professionisti medici in questa vicenda”.

Hanno anche chiesto un risarcimento una tantum alle famiglie dei bambini.

Secondo il quotidiano, il documento ha fornito dettagli sulle modalità con cui i bambini sono stati portati via e come è stato detto ai genitori biologici che i loro figli erano morti, senza fornire dichiarazioni di decesso o dettagli sul luogo di sepoltura.

Il quotidiano ha aggiunto che il governo israeliano sta lavorando da febbraio a un “piano di riparazione per le famiglie dei bambini scomparsi”, che non prevede il riconoscimento ufficiale del caso, ma della “sofferenza delle famiglie”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.