Il rapporto di AI: Israele, esecuzioni extra-giudiziali e torture contro i Palestinesi

MEMO. Le autorità e le forze armate israeliane hanno eseguito esecuzioni extragiudiziali, torturato prigionieri palestinesi e preso di mira i difensori dei diritti umani: è quanto denuncia il nuovo rapporto annuale di Amnesty International.

“Il 2017 ha segnato il 50° anniversario dell’occupazione israeliana dei Territori palestinesi (OPT) – ha osservato Amnesty -, e il 10° anniversario del blocco illegale alla Striscia di Gaza”.

Le autorità israeliane hanno intensificato l’espansione delle colonie e delle relative infrastrutture in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e hanno effettuato un gran numero di demolizioni di proprietà palestinesi, dislocando con la forza più di 660 persone.

“Molte di queste demolizioni sono state effettuate nelle comunità di beduini e di pastori che le autorità israeliane hanno pianificato di trasferire con la forza”.

Nel frattempo, Amnesty ha anche criticato “l’embargo via terra, cielo e mare di Israele contro la Striscia di Gaza”, affermando che “punisce collettivamente l’intera popolazione di Gaza formata da circa 2 milioni di abitanti”.

Affrontando la questione dell’uso della forza letale, Amnesty International ha osservato che le forze israeliane hanno ucciso 76 palestinesi ed un cittadino straniero, nel 2017, aggiungendo che “molti, compresi i bambini, sono stati colpiti ed uccisi mentre non ponevano alcuna minaccia immediata alla vita dei soldati”.

Per alcune uccisioni, ha continuato Amnesty, “sembra si sia trattato di esecuzioni extragiudiziali”.

Nei Territori occupati “le forze israeliane, incluse le unità sotto copertura, hanno utilizzato una forza eccessiva e talvolta mortale facendo uso di proiettili di metallo rivestiti di gomma e munizioni letali  contro i manifestanti palestinesi, uccidendone 20 e ferendone a migliaia”.

Il rapporto annuale di Amnesty evidenzia l’uccisione, a dicembre, di “Ibrahim Abu Thurayya, disabile su sedia a rotelle, che è stato fucilato con un colpo alla testa da un soldato israeliano mentre era seduto con un gruppo di manifestanti vicino al recinto che separa Gaza da Israele”.

Il nuovo rapporto ha anche commentato l’uso da parte di Israele della carcerazione di massa come strumento di repressione politica, documentando come “Israele ha detenuto o continuato ad imprigionare migliaia di palestinesi dei Territori occupati, soprattutto nelle carceri israeliane, in violazione del diritto internazionale”.

Le autorità israeliane “hanno [anche] continuato a sostituire la detenzione amministrativa ai procedimenti penali”, afferma Amnesty, “trattenendo centinaia di palestinesi, inclusi bambini, di leader della società civile e di operatori delle ONG, senza né accusa né processo con ordini rinnovabili”.

Inoltre, “le forze di polizia e di sicurezza israeliane [Shin Bet] hanno sottoposto impunemente i detenuti palestinesi, compresi i bambini, alla tortura e altri maltrattamenti, in particolare durante l’arresto e gli interrogatori”.

Amnesty International ha anche accusato le autorità israeliane di usare “una serie di misure, sia in Israele che nei Territori Palestinesi Occupati, per colpire i difensori dei diritti umani che criticano la continua occupazione israeliana”.

Altri argomenti trattati nel rapporto, in relazione alle continue violazioni israeliane dei diritti umani, includono la mancata assunzione di responsabilità, “più di tre anni dopo, per evidenti attacchi illegali, compresi crimini di guerra commessi dall’esercito israeliano nella sua offensiva del 2014 contro la Striscia di Gaza”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.