Rapporto: aumento rilevante dell’impronta razzista delle forze d’occupazione e delle organizzazioni ebraiche

640x392_52097_64765Nazareth-Quds Press. Un rapporto sui diritti umani ha rivelato la crescita del volume di operazioni ed attacchi di stampo razzista da parte degli israeliani ai danni dei cittadini palestinesi nei territori occupati soggetti all’occupazione dal 1948.

“La coalizione di resistenza al razzismo in Palestina” ha dichiarato che l’anno scorso ha assistito ad un rilevante aumento del tasso di aggressioni a sfondo razzista da parte di bande ebraiche nei confronti di cittadini arabi all’interno della Linea Verde.

La coalizione, in questo rapporto redatto venerdì 21/03 in occasione della giornata mondiale contro il razzismo, ha aggiunto che nel periodo che va da febbraio 2013 ad oggi ha assistito all’approvazione, da parte del parlamento israeliano (Knesset), di 16 leggi contro i palestinesi. Nello stesso periodo si sono inoltre verificati 36 casi di razzismo, quattro dei quali a danno della vita politica con aggressioni a leader arabi e altri 10 a detrimento dei sentimenti religiosi islamici. Il rapporto non cita poi i 139 ulteriori casi di discriminazione razziale ad opera di organizzazioni pubbliche o private del Paese occupante.

Il direttore della coalizione, l’avvocato Nidhal Uthman, ha spiegato che “i dati del rapporto, così come quelli delle relazioni precedenti, non esprimono appieno la mole di casi di discriminazione razziale consumatisi nei territori occupati, cosicché qualora insistessimo ulteriormente nelle ricerche, troveremmo un’infinità di casi ancora non trattati. Nella società israeliana, il razzismo rappresenta una realtà tutt’altro che tramontata e le trasformazioni cui tale società è andata incontro, rendono ancora più difficile lo smascheramento di tale piaga”.

Traduzione di Giuliano Stefanoni