Rapporto del Pchr sulle recenti esplosioni avvenute in una base delle brigate al-Qassam

 

 

PCHR
Palestinian Centre for Human Rights

Comunicato stampa

 

 

 

Ref: 98/2010

Data: 21 ottobre 2010

Ora: 10:37 GMT

 

Il Pchr chiede d'indagare seriamente sulle circostanze delle esplosioni di Rafah che hanno ferito 26 persone, tra cui 17 minorenni.

Il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) chiede al governo di Gaza d'indagare seriamente sulle circostanze delle esplosioni nelle quali ventisei persone (di cui diciassette al di sotto dei 18 anni) sono rimaste ferite, e tre scuole più diverse case del circondario sono state danneggiate. La deflagrazione è avvenuta a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in un sito di addestramenti delle brigate Izziddin al-Qassam (braccio armato di Hamas).

Secondo le indagini condotte dal Pchr e alcune testimonianze oculari, alle 10.15 circa di mercoledì tre esplosioni ravvicinate hanno avuto luogo nel sito, che si trova in via Abu Baker as-Seddiq, nel quartiere Tal as-Sultan: un'area densamente popolata. Prima delle esplosioni, il sito ha preso fuoco sollevando del fumo, e diverse persone sono state viste fuggire. Gli scoppi successivi hanno lasciato ventisei feriti, tra cui diciassette scolari che si trovavano di fronte alle loro scuole o all'interno. Tutti quanti sono stati trasferiti all'ospedale Mohamed Yusef an-Najjar di Rafah per ricevere le cure necessarie.

Una sola strada, della larghezza di 20 metri, separa il sito di addestramenti dagli edifici circostanti e da tre scuole materne e preparatorie dell'Unrwa. Le esplosioni hanno danneggiato decine di case, tutte e tre gli istituti e la rete elettrica. Le scuole fanno parte di un progetto edilizio stabilito dall'Unrwa, che punta ad alloggiare le persone le cui case sono state distrutte in passato dalle forze di occupazione israeliane.

Ieri, il sito di Rafah Media Network, affiliato all'ufficio d'informazione di Hamas a Rafah, ha riportato che “Hamas ha cominciato a stimare i danni arrecati a diverse case adiacenti al sito di resistenza” e che, “parlando a Rafah Media Network, un rappresentante locale di Hamas ha annunciato che il movimento ricostruirà immediatamente le case (…)”

Va ricordato che un'altra esplosione ebbe luogo lo scorso 2 agosto nel campo profughi di Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza Centrale, causando il ferimento di cinquantotto persone – tra cui quattordici minori e nove donne -, la distruzione totale di sette case e il danneggiamento di altre trenta. Il Pchr richiamò così il governo di Gaza, perché intraprendesse un'indagine seria e ne pubblicasse i risultati. Ad ogni modo, il Centro non è a conoscenza di alcuna inchiesta che sia stata avviata o di misure che siano state adottate per scongiurare il ricorrere di simili episodi.

Alla luce di quanto detto, il Pchr:

 

1.         chiede al governo di Gaza d'indagare seriamente sulle circostanze delle esplosioni di Rafah e pubblicarne i risultati;

2.         punta il dito contro il continuo immagazzinamento di esplosivi in aree civili da parte dei gruppi di resistenza palestinesi, cosa che pone costantemente a rischio le vite di chi vi abita e costituisce peraltro una violazione dei diritti umani e della legge umanitaria internazionale; per questo, una simile usanza dev'essere proibita. Immagazzinare esplosivi in questo modo è tanto più grave in quanto le forze di occupazione minacciano continuamente e pubblicamente di attaccare questi siti.

 

 

 

 

 

 

 

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