Rapporto del PCHR. Una settimana di violenze israeliane.

A cura di Infopal.it

Rapporto settimanale del PCHR

Secondo il Rapporto Settimanale del Centro Palestinese dei Diritti Umani (PCHR), nella settimana dal 15 al 21 novembre 6 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane e due malati terminali sono morti dopo che era stato loro negato il permesso di uscire da Gaza per farsi curare.

In aggiunta, 22 palestinesi, tra cui 7 bambini, ed un attivista per i diritti umani proveniente dal Giappone sono stati feriti dalle forze israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Israele colpisce in Cisgiordania 

Durante la settimana in questione, le forze israeliane hanno guidato 35 incursioni nelle comunità palestinesi presenti in Cisgiordania. Durante queste invasioni, le truppe hanno arrestato 51 civili, compresa una ragazza.

Le truppe israeliane ferme ai posti di blocco in Cisgiordania hanno arrestato 5 civili palestinesi, tra cui un bambino. Nella stessa regione, è proseguita la costruzione del Muro di Annessione da parte delle truppe.

Severe restrizioni continuano inoltre a essere imposte al movimento dei civili palestinesi, com’è successo lo scorso 15 novembre a Hawara e Za’tara, a sud di Nablus. Queste restrizioni hanno subito un rafforzamento sabato 17 e domenica 18.

Nella stessa giornata di domenica, le forze israeliane hanno distrutto una delle strade principali del villaggio di al-Walaja, della lunghezza di 800 metri, a causa della sua vicinanza al Muro in costruzione nella zona. La strada collegava l’area di Khellat as-Samak con la scuola del villaggio.

Martedì 20 novembre, 9 persone residenti nel campo per rifugiati di al-Fara’a a sud di Tubas, tra cui 7 bambini, sono state ferite dal fuoco israeliano, aperto contro gli stessi bambini, che avevano lanciato delle pietre ai veicoli militari israeliani.

Mercoledì 21, le forze israeliane hanno inviato degli avvisi di demolizione a 6 civili palestinesi della famiglia Salah, residente nel villaggio di al-Khader, nei quali veniva ordinato loro di fermare la costruzione delle loro case, perché "senza licenza" e perché le fondamenta si trovavano in uno dei siti dove il Muro sarebbe dovuto passare. 

I coloni attaccano i Palestinesi

Le truppe israeliane hanno proseguito le attività d’insediamento in Cisgiordania, mentre i coloni israeliani hanno continuato ad attaccare i civili e le proprietà palestinesi. L’assalto dei coloni ha avuto come bersaglio una casa del villaggio di Brugin e una macchina nei pressi di Nablus.

Proteste per il Muro di Annessione

Il 16 novembre scorso, le forze di occupazione israeliane hanno disperso una manifestazione pacifica organizzata dai civili palestinesi e da alcuni difensori dei diritti umani provenienti da altri paesi, tra cui Israele, per protestare contro la costruzione del Muro nel villaggio di Bil’in, ad ovest di Ramallah.

La dimostrazione ha visto la partecipazione di schiere di manifestanti, che si sono radunati subito dopo la preghiera del venerdì. Nel frattempo, i soldati israeliani avevano piazzato del filo spinato per impedire al corteo di raggiungere il Muro. Nel momento in cui i manifestanti hanno tentato di muoversi in quella direzione, le truppe hanno sparato proiettili di gomma, bombe al suono e gas lacrimogeni contro di loro e li hanno picchiati pesantemente. Alla fine degli scontri, quattro civili palestinesi e un attivista per i diritti umani di nazionalità giapponese sono rimasti feriti.

Sei palestinesi uccisi dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza questa settimana.

Le forze israeliane hanno tentato di uccidere, in via del tutto extra-giudiziaria, due palestinesi residenti nella parte sud della Striscia. Il tentativo di esecuzione è tuttavia fallito.

Israele continua a sbarrare i passaggi che collegano l’area con l’esterno. L’assedio totale, imposto da quasi diciassette mesi, ha avuto un impatto disastroso sulla situazione umanitaria e ha violato i diritti economici e sociali della popolazione palestinese, in particolare il diritto a condizioni di vita, di salute e d’istruzione adeguate. La maggior parte dei settori economici ne ha ricavato una grave paralisi.

Tra il 15 e il 21, due pazienti palestinesi (il 21enne Na’el al-Kurdi e un bambino) sono morti a causa del rifiuto a concedere loro di cercare cure mediche al di fuori della Striscia di Gaza. Questo porta a 10 il numero di malati morti a Gaza dallo scorso agosto, e la totalità dei decessi è stata dovuta all’impossibilità di essere trasferiti al di fuori dell’area. Le vittime includono anche due donne.

Alle 13,00 circa di giovedì 15, le truppe israeliane appostate a nord-est di Beit Hanun, al confine tra la Striscia di Gaza e Israele, hanno sparato un missile terra-terra contro un gruppo di mujahidin che si trovava vicino all’entrata sud della città, e che stava tentando di bombardare le città israeliane con razzi artigianali. Due mujahidin sono rimasti uccisi e altri quatro feriti. Le due vittime sono state identificate: si tratta di Mohammed Sami al-Qeishawi, 22 anni di Jabaliyyah, e A’ed Ibrahim al-Bayari, 20 anni di Beit Hanun. Le fonti mediche hanno rifiutato di rivelare i nomi dei feriti. Quasi mezz’ora più tardi, un apparecchio militare israeliano ha bombardato un lanciarazzi nella stessa zona, distruggendolo.

Alle 2,00 circa di domenica 18, un aereo militare israeliano ha sparato due missili contro un’autovettura civile, nella quale viaggiava un gruppo di combattenti delle brigate al-Quds (l’ala armata del Jihad islamico) e che passava in quel momento nel quartiere di al-Fukhari, nella zona sud-est di Khan Yunis. I missili hanno mancato il bersaglio, permettendo ai passeggeri di fuggire dal veicolo. Subito dopo, l’aereo ha distrutto il mezzo lanciando altri due missili. Non ci sono notizie di ulteriori danni a cose o persone.

Alla mezzanotte circa tra lunedì 19 e martedì 20, Mohammed Zaki an-Najjar, 20 anni, di ritorno a casa, non ha notato la presenza di truppe israeliane nella zona. I soldati gli hanno ordinato di fermarsi, ordine che lui ha eseguito prontamente, alzando le mani, a quasi sette metri da loro. A quel punto, uno dei soldati ha sparato un colpo, ferendo all’addome il giovane, che si è accasciato a terra. Allora i militari hanno aperto il fuoco, colpendolo con diversi proiettili e lasciandolo morire dissanguato.

Altre truppe, mentre si stavano ritirando dalla zona, hanno aperto il fuoco contro le case. Un uomo di 37 anni, Nidal Mohammed Suleiman an-Najjar, in seguito a questa sparatoria, è rimasto gravemente ferito al cranio, mentre portava i bambini in un luogo più sicuro all’interno della sua abitazione. Ha continuato a perdere sangue per quasi mezz’ora prima che un’ambulanza palestinese fosse in grado di raggiungere casa sua e portarlo in ospedale. Alle 22,30 circa di mercoledì 21, fonti mediche ne hanno dichiarato il decesso in seguito alla ferita riportata. 

Il passaggio di Beit Hanun, che collega la Striscia di Gaza con Israele e la Cisgiordania, è stato chiuso del tutto. Prima di questa chiusura, le forze di occupazione avevano già impedito ai lavoratori palestinesi di raggiungere i loro posti di lavoro in territorio israeliano, e avevano negato l’accesso ad altre centinaia di migliaia di palestinesi che dovevano uscire dalla Striscia per altre ragioni. Ai lavoratori internazionali era invece permesso il passaggio. 

È a causa di questa chiusura che pochi pazienti palestinesi riescono a raggiungere gli ospedali in Israele e Cisgiordania. Il passaggio è impedito anche ai membri del Consiglio Legislativo Palestinese che cercano di raggiungere la Cisgiordania e la città di Gerusalemme.

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