Rapporto: Gerusalemme Est, l’80% dei palestinesi sotto la soglia di povertà

29-jerusalemAl-Quds (Gerusalemme)-Afp. Mentre gli israeliani celebrano l’anniversario dell’occupazione di Gerusalemme Est, avvenuta nel 1967, un osservatorio israeliano ha riferito che otto abitanti palestinesi della città su dieci, vivono sotto la soglia della povertà.

L’Associazione per i diritti civili in Israele ha pubblicato un rapporto in cui rivela che quasi l’80 per cento dei residenti di Gerusalemme Est “vivono al di sotto della soglia di povertà – il tasso peggiore, mai raggiunto prima”.

Lo studio, che ha esaminato gli effetti della politica di Israele sui diritti fondamentali dei palestinesi, è stato pubblicato ad un giorno della Giornata di Gerusalemme, l’anniversario dell’unificazione della città per mano israeliana, dopo aver occupato la sua parte orientale, araba, nel corso della guerra dei sei giorni, nel 1967.

In seguito, Israele compì una mossa mai riconosciuta dalla comunità internazionale, annettendo Gerusalemme Est.

Al giorno d’oggi, stando ai dati dell’Onu, la popolazione palestinese della città ha raggiunto le 293.000 unità, su un numero totale di 800.000 abitanti.

Lo studio ha anche riferito che il Muro di separazione israeliano ha tagliato fuori Gerusalemme Est dalla Cisgiordania, “aggravando le già disastrose condizioni economiche e sociali dei suoi residenti”.

Inoltre, il rapporto rivela che circa 90 mila palestinesi, con la carta d’identità blu di Gerusalemme, attraversano ogni giorno i posti di blocco per recarsi al lavoro, andare a scuola, ottenere servizi medici o visitare le proprie famiglie.

E aggiunge: “Gli ospedali di Gerusalemme Est stanno attraversando delle difficoltà finanziarie, causate dal basso numero di pazienti e personale medico proveniente dalla Cisgiordania, in grado di raggiungere le strutture in questione”.

La scarsità delle infrastrutture nella città, aggiunge il rapporto, si traduce nella carenza di circa 50 chilometri (30 miglia) di tubature di scarico. I residenti, di conseguenza, utilizzano le fosse settiche, e le frequenti inondazioni di questi sistemi provoca gravi rischi per la salute.

Inoltre, solo il 46 per cento degli studenti frequentano le scuole pubbliche, che soffrono di insufficienza cronica di aule.

L’associazione ha aggiunto che i diplomati palestinesi che superano il Tawjihi (l’esame di maturità palestinese), incontrano spesso delle difficoltà a farsi accettare dalle università israeliane, mentre le lauree di alcune università palestinesi non sono riconosciute in Israele.

Ha sottolineato che dal 1967, “i governi israeliani hanno espropriato un terzo delle terre palestinesi a Gerusalemme, costruendovi migliaia di appartamenti destinati alla popolazione ebraica della città”.

Nel 2012, il ministero dell’Interno israeliano ha revocato la residenza a 116 palestinesi di Gerusalemme, portando a 14 mila il numero totale dei palestinesi che, in 46 anni, “non sono più autorizzati a vivere nella propria città”.