Rapporto: i pesticidi israeliani contaminano le coltivazioni di Gaza

Gaza-Imemc. Un nuovo rapporto del gruppo Forensic Architecture ha rilevato che la contaminazione dei pesticidi israeliani nelle coltivazioni di Gaza si è diffusa nel corso dei decenni scorsi, influenzando gravemente la produzione agricola di Gaza. 

Quello che segue è il rapporto completo. 

L’esposizione del terreno.

Durante gli ultimi tre decenni, complici i negoziati di Madrid e di Oslo, la Striscia di Gaza occupata è stata pian piano isolata dal resto della Palestina e dal resto del mondo, e soggetta a ripetute incursioni militari israeliane. Queste incursioni si sono intensificate dal settembre 2003 fino alla guerra del 2014, durante la quale Israele ha lanciato almeno 24 differenti operazioni militari contro Gaza, dando forma ai suoi confini attuali. 

I confini di Gaza – una delle zone più densamente popolate della terra – continuano ad essere rafforzati ed intensificati con un sofisticato sistema di recinzioni, sopra e sotto la terra, fortificazioni e tecnologie di sorveglianza. Parte di questo sistema è stata la creazione di un’area militare vietata ed in espansione – o “zona cuscinetto” – sul lato palestinese del confine. 

Fin dal 2014 la bonifica e la distruzione dei terreni agricoli e residenziali da parte dell’esercito israeliano lungo il confine orientale di Gaza, sono stati implementati dall’irrorazione aerea di erbicidi, senza alcun preavviso, che sterminano le colture. 

Questa pratica, tuttora in corso, non ha solamente distrutto intere zone di terreni seminativi vicino alla linea di confine, ma anche colture e terreni agricoli che si trovano centinaia di metri all’interno dei territori palestinesi, provocando la perdita dei mezzi di sussistenza per gli agricoltori di Gaza. 

〈Nelle foto: 1) agricoltori di Gaza vicino al confine. Shourideh C. Molavi e Ain Media Gaza; 2) Trattori che spianano terreni per la creazione della zona cuscinetto nella parte orientale di Gaza, 2018 (Shourideh C. Molavi e Ain Media Gaza〉.

 

 

Lavorando insieme ad Al Mezan Center for Human Rights con sede a Gaza, Gisha Legal Center for Freedom of Movement con sede a Tel-Aviv, e l’Adalah Legal Center for Arab Minority Rights con sede ad Haifa, Forensic Architecture ha esaminato le implicazioni ambientali e legali relative alla pratica israeliana di irrorazione di erbicidi con aerei lungo il confine con Gaza.

 A tal fine, la nostra indagine ha cercato di rispondere alle seguenti domande: come arrivano gli erbicidi per via aerea a Gaza? Quanto entrano all’interno di Gaza? Qual è la concentrazione di erbicida trasportata verso Gaza? E quale è il danno per le colture nella zona che confina con Gaza?

Armare il vento.

La nostra analisi effettuata su molti video, girati direttamente sul campo, rivela che l’irrorazione aerea effettuata da polverizzatori commerciali che sorvolano il lato israeliano del confine muove il vento che trasporta i prodotti chimici verso la Striscia di Gaza, con dosaggi molto elevati.

I video confermano le testimonianze degli agricoltori secondo le quali, prima dell’irrorazione, l’esercito israeliano utilizza il fumo provocato da una gomma che brucia per confermare che il vento vada in direzione ovest, portando quindi gli erbicidi da Israele verso Gaza. 

Le nostre indagini dimostrano che ogni irrorazione lascia dietro di sé una firma distruttiva unica. Nessuna irrorazione aerea ha lo stesso effetto di un’altra, né il suo danno può essere previsto in modo ragionevole dall’esercito, dato che il luogo nel quale i chimici tossici si depositano, e le loro rispettive concentrazioni, dipendono in massima parte dalla direzione e dalla velocità del vento in relazione anche alla direzione di volo dell’aereo. 

Questo tipo di pratica arma in realtà l’erbicida irrorandolo come un atto bellico, designato per “effettuare continue e precise operazioni di sicurezza”. 

Guerra agricola.

Nel novembre 2016, in risposta ad una richiesta del Freedom of Information (FOI) redatta dalla ONG Gisha, il ministero della Difesa israeliano ha confermato che vengono irrorati erbicidi per tutta la lunghezza del perimetro con Gaza. L’irrorazione aerea viene condotta tra il valico di Erez nel nord e Kerem Shalom nel sud, sopra un’area stimata di circa 12.000 dunum (12 chilometri quadrati).

Seguendo quanto consigliato da un agronomo civile a contratto, l’esercito militare effettua l’irrorazione durante i periodi più importanti per i raccolti, andando a colpire le coltivazioni in primavera ed estate. In collaborazione con la società di aviazione privata israeliana Chim-Nir, la distruzione della vegetazione da parte dell’esercito lungo il perimetro orientale viene effettuata continuamente, utilizzando simultaneamente due mezzi aerei, ognuno dei quali è equipaggiato con un sistema GPS che permette una maggiore precisione.

Il ministero della Difesa ha confermato anche che l’esercito israeliano spruzza una combinazione di tre erbicidi: Glifosato, Oxifluorfen (Oxygal) e Diuron (Diurex). 

Il Glifosato, formula Roundup, è l’erbicida maggiormente utilizzato al mondo, e lascia tracce nel suolo, negli alimenti, nell’aria e nell’acqua ed anche nell’urina umana. Roundup è il prodotto più noto della Monsanto, società leader nella produzione di pesticidi per l’agricoltura che ha già fornito in passato erbicidi e defolianti utilizzati dai militari USA in Vietnam. 

Nel marzo 2015, l’Agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca sul Cancro ha classificato il glifosato come probabilmente cancerogeno per l’uomo. Da allora, l’Agenzia Statunitense per la Protezione Ambientale, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e l’Agenzia Europea per i Prodotti Chimici hanno regolamentato il suo uso come sicuro, nonostante molte organizzazioni ambientaliste europee si siano opposte a questa normalizzazione. 

L’Oxifluorfen, formula Oxygal, viene prodotto dalla ditta israeliana Tapazol Chemical Works Ltd ed inibisce la crescita di alcune erbe a foglia larga ed altri tipi di erbacce. Secondo quanto indicato sul Material Safety Data Sheet fornito da Tapazol, Oxygal può provocare gravi irritazioni se in contatto con la pelle o gli occhi, e deve essere “tenuto lontano dalle risorse idriche e fognarie”. 

Il ministero continua a ribadire che “non sta effettuando alcuna irrorazione aerea sull’area della Striscia di Gaza… [ma] solo sul territorio dello stato di Israele lungo la barriera di sicurezza”. Citando la Legge israeliana di Protezione delle Colture, 5716-1956, il Ministero ha sempre sostenuto che le sue pratiche di irrorazione lungo il confine con Gaza sono identiche a quelle effettuate in altre zone controllate da Israele.

〈Nella foto: una bottiglia dell’erbicida Oxygal. Shourideh C. Molavi〉.

 Tuttavia, la direzione del vento è un fattore chiave che determina lo spostamento aereo degli erbicidi dalle zone presumibilmente a cui si mira, e quando non vengono applicate efficaci misure di controllo, l’esercito israeliano non riesce ad impedire che questi prodotti chimici raggiungano le aziende agricole di Gaza.

Gli scienziati che si occupano delle piante hanno notato che in condizioni ambientali simili, e con tutti gli irroratori aggiustati a puntino, la corrente di erbicida che raggiunge Gaza è generalmente maggiore con la applicazione aerea rispetto a quella effettuata a terra; l’utilizzo di spruzzatori collocati a terra e spostati con trattori riduce la probabilità di una corrente più estesa. 

L’esercito israeliano ha confermato di aver irrorato erbicidi con aerei almeno trenta volte lungo il confine con Gaza nel periodo che va da novembre 2014 a dicembre 2018. L’inizio della stagione primaverile del 2019 è stata la prima nella quale i militari non hanno condotto irrorazioni aeree durante gli ultimi quattro anni. 

Ad oggi, nessun coltivatore palestinese ha mai ricevuto un indennizzo per i danni subiti dalle sue coltivazioni. 

Tracciamento di una singola irrorazione.

Il 5 aprile del 2017, mentre si trovava nella zona di Gaza lungo il confine vicino a Khan Younis, un agricoltore ha registrato un video, assieme alla ONG Gisha, di un polverizzatore israeliano mentre stava irrorando erbicidi. 

I coltivatori palestinesi della zona si sono lamentati del fatto che le loro coltivazioni vengono danneggiate a causa di queste irrorazioni, quando vengono trasportate dal vento, considerando che le coltivazioni sono già state colpite da precedenti irrorazioni avvenute solo qualche mese prima. Inoltre, molte delle colture della zona sono state seminate di recente, rendendole particolarmente più vulnerabili alle irrorazioni di erbicida. 

〈Nelle tre foto: foglie danneggiate da erbicidi. Shourideh C. Molavi〉. 

Per determinare l’unica causa distruttiva di questi eventi irrorativi, abbiamo raccolto prove direttamente dalla vegetazione sul terreno, dalle testimonianze dei civili che vivono e lavorano nella zona e dagli elementi naturali dell’ambiente mobilitati per l’occasione. 

Abbiamo identificato il mezzo aereo che spruzza gli erbicidi lungo il confine orientale di Gaza come un S2R-T34 Turbo Thrush. 

Usando la localizzazione GPS degli operatori video, come registrato sui loro smartphone, siamo stati in grado di stabilire il cono visivo della camera comparando le dimensioni di punti di riferimento visibili sul terreno, come ad esempio le torri di controllo. Attraverso un processo di calibrazione della camera, abbiamo trovato il luogo dell’aereo ed usato la rilevazione del movimento per definire il suo percorso nel tempo e nello spazio, mentre irrorava. 

〈Nella foto: i percorsi dei voli visionati nei video raccolti da Forensic Architecture sono stati mappati in un modello 3D. Forensic Architecture〉. 

Le nostre analisi hanno rivelato che, prima di ogni irrorazione, l’aereo scende a circa 20 metri di altitudine per avvicinarsi al terreno. Ogni spruzzo dura dai 2 ai 5 secondi, coprendo tutta l’area da fumigare e viaggiando avanti e indietro in percorsi lineari. 

Per l’irrorazione che ha avuto luogo il 5 aprile 2017 siamo stati in grado di identificare sei percorsi come questi durante la registrazione di due video. Tutte e sei le irrorazioni sono state condotte dal lato israeliano, vicino al confine orientale con Gaza. 

Analisi delle correnti.

Con l’assistenza di un esperto di fluidodinamica, il dott. Salvador Navarro-Martinez, abbiamo cercato di determinare l’estensione e la concentrazione delle correnti di erbicida. 

A questo scopo, ogni irrorazione è stata simulata utilizzando la nostra ricostruzione del percorso del volo, la topologia locale, i sistemi di iniettori fissati all’aereo, e le condizioni meteorologiche al momento dell’irrorazione. Abbiamo quindi ricostruito i fattori variabili come la direzione del vento e la velocità, la distribuzione delle goccioline, ed i depositi chimici sul terreno per determinare l’estensione della corrente. 

〈Nella foto: i risultati delle analisi della Forensic Architecture mostrano la distribuzione di concentrazione degli erbicidi quando si spostano verso ovest arrivando a Gaza. Forensic Architecture e dott. Salvador Navarro-Martinez〉. 

I risultati hanno dimostrato che quando il vento si sposta attraverso il percorso dell’irrorazione di erbicida, trasporta prodotti chimici verso ovest che si depositano quindi nelle coltivazioni di Gaza. La simulazione indica che, per l’irrorazione del 5 aprile, concentrazioni dannose ed eccessive di erbicida hanno raggiunto l’interno di Gaza per 300 metri. Ciò conferma che i campi palestinesi potrebbero essere stati danneggiati come risultato della corrente di erbicidi. 

Analisi con le immagini satellitari.

L’analisi effettuata con le immagini satellitari conferma i risultati della nostra simulazione delle correnti. Abbiamo comparato le immagini satellitari 5 giorni dopo l’irrorazione e 15 giorni dopo, per rivelare gli indicatori visivi sulla presenza e sulla situazione della vegetazione. Quando le due analisi vengono sovrapposte l’una all’altra, il degrado della vegetazione diviene visibile attraverso gran parte della stessa area potenzialmente interessata dalla corrente degli erbicidi. 

〈Nella foto: un’analisi dell’NDVI mostra le perdite di vegetazione dopo 5 e 15 giorni dall’irrorazione con erbicidi. Il rosso indica le zone nelle quali la vegetazione è andata persa. Corey Scher〉. 

Questi risultati suggeriscono che gli erbicidi trasportati dal vento durante e dopo l’irrorazione dell’esercito israeliano del 5 aprile hanno contribuito al degrado della vegetazione nella zona di confine, all’interno di Gaza, a Khan Younis. Riteniamo che questi risultati siano ampiamente generalizzabili, dato che un degrado simile della vegetazione è visibile anche in altre zone di Gaza che sono vicine al confine ed in vicinanza di aree note come target israeliani per l’irrorazione aerea di erbicidi. 

Realtà di base.

A seguito di altre irrorazioni aeree effettuate dall’esercito israeliano e confermate, del 9 e del 10 gennaio 2018, sempre nella zona di Khan Younis, il Ministero dell’Agricoltura palestinese ha osservato decine di aziende agricole che hanno riferito di coltivazioni danneggiate. I coltivatori di Gaza che vivono a centinaia di metri lontani dal confine hanno riferito di danni alle colture per un totale di 250 acri, a seguito dell’irrorazione di gennaio. 

Tre giorni dopo un’altra irrorazione, avvenuta nel dicembre 2018, abbiamo raccolto campioni simili che mostravano le stesse lesioni dovute al contatto con gli erbicidi. 

〈Nelle foto: irrorazione effettuata dall’esercito israeliano lungo il confine il 3 dicembre 2018. I campioni che sono stati raccolti il 6 dicembre 2018 dai coltivatori palestinesi dalle vegetazioni a foglia sono visibilmente danneggiati. Shourideh C. Molavi〉. 

I campioni di due coltivazioni a foglia provenienti da due luoghi lungo il confine con Israele, a Gaza Est e a Juhor ad Dik, centinaia di metri all’interno di Gaza, hanno rivelato danni visibili da agenti patogeni fungini, alimentazione degli insetti, e probabilmente correnti di erbicida trasportati dal vento all’interno di Gaza. A conferma di testimonianze raccolte sul terreno, le foglie di piante lungo il confine Israele-Gaza funzionano come sensori, registrando le memorie di violenze ambientali. 

Irrorazione aerea: meno controllo, danno imprevedibile.

Quando si analizzano gli elementi della singola irrorazione del 5 aprile 2017, le testimonianze degli agricoltori, le immagini satellitari e le analisi delle correnti che abbiamo raccolto, tutte confermano che i terreni agricoli che si trovano ad oltre 300 metri dal confine orientale di Gaza hanno subito danni, con concentrazioni di erbicidi al di sopra delle quantità raccomandate, secondo quanto stabilito dall’Unione Europea. 

Le prove derivanti dalle vegetazioni presenti sui terreni, testimonianze di civili e gli elementi ambientali raccolti durante gli episodi di irrorazione tutti dimostrano che la pratica israeliana della fumigazione aerea, ogni volta che il vento spira verso Gaza, causa danni ai terreni agricoli centinaia di metri all’interno della Striscia assediata. 

Ciò conferma che, come tecnica di pulizia della vegetazione, l’irrorazione aerea provoca danni indiscriminati: per ogni irrorazione avvenuta, gli effetti sono meno facilmente controllabili e l’estensione dei danni ai terreni agricoli palestinesi non è assolutamente prevedibile. Pertanto, l’esercito israeliano non può garantire esattamente la portata delle sostante chimiche che spruzza per via aerea, né garantire che tali sostanze chimiche rimangano proporzionate all’obiettivo dichiarato di migliorare la visibilità per le operazioni di sicurezza. 

Le autorità militari israeliane continuano a rifiutare le richieste di mettere fine alla pratica delle irrorazioni aeree di erbicidi lungo il confine con la Striscia di Gaza. Israele non si coordina o non condivide i tempi previsti per le operazioni pianificate col Ministero palestinese dell’Agricoltura, col Comitato Internazionale della Croce Rossa o con gli agricoltori di Gaza, pratica che potrebbe ridurre alcuni dei danni alle proprietà di quegli agricoltori, e probabilmente anche all’ambiente circostante.

Danni ai terreni, alla salute e ai mezzi di sussistenza.

L’impossibilità di controllare gli effetti dell’attuale pratica militare lungo il confine orientale comporta un prezzo elevato sulla comunità agricola di Gaza e sulla più ampia popolazione civile.

Il ministero dell’Agricoltura palestinese stima che tra il 2014 ed il 2018 le irrorazioni di erbicidi hanno danneggiato oltre 13.000 dunum di terreni agricoli a Gaza. L’ONG Al-Mezan ha inoltre messo in guardia sul fatto che, oltre ai danni alle coltivazioni, il consumo a lungo termine da parte del bestiame delle piante colpite dai chimici irrorati ha effetti negativi che possono colpire la salute delle persone che consumeranno la carne proveniente dagli allevamenti. 

Nel panorama del corrente blocco israeliano – con restrizioni al movimento delle persone e delle merci all’interno di Gaza e con meno possibilità per gli agricoltori di coltivare terreni, di avere mezzi di sussistenza, di allevare bestiame e di pescare – i terreni agricoli lungo il confine orientale di Gaza costituiscono una parte importante della sicurezza alimentare della sua popolazione.

〈Questa mappa mostra i cambiamenti a lungo termine negli indicatori visivi sulla salute della vegetazione nella zona di Gaza nel corso degli ultimi tre decenni dell’occupazione israeliana. Il rosso indica le zone nelle quali la vegetazione è stata completamente sradicata. Le zone vegetative che sono state rovinate nel tempo sono mostrate con un colore che va dal giallo al rosso, a seconda della gravità della lesione subita dalla vegetazione nel corso del tempo. Le zone che sono divenute più verdi nel corso degli anni sono mostrati con un colore che va dal verde chiaro al verde scuro, e si trovano principalmente sul lato israeliano del confine. Corey Scher〉. 

Violenza distruttiva.

Insieme alla distruzione sistematica e allo spianamento di terreni residenziali ed agricoli, l’irrorazione aerea di erbicidi fa parte di un lento processo di desertificazione, che ha trasformato una zona di confine, una volta lussureggiante ed attiva per l’agricoltura, in un terreno arido e senza alcuna vegetazione.

Tali pratiche hanno fornito una miglior visione ai militari israeliani lungo il confine orientale di Gaza – una visibilità che ha lasciato i civili palestinesi, compresi gli agricoltori, i giovani e le famiglie, ulteriormente esposte al fuoco israeliano da centinaia di metri di distanza. 

La violenza lenta del degrado delle aree, con la movimentazione di elementi ambientali, non fa altro che accelerare una violenza distruttiva.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi