Rapporto: in due decenni, gli insediamenti israeliani in Cisgiordania cresciuti del 182%

2011palestinan_map1Betlemme-InfoPal. In Cisgiordania, la superficie occupata da insediamenti israeliani è aumentata del 182 per cento negli ultimi due decenni (dai 69 km² nel 1990 ai 194,7 km² nel 2012). Lo ha reso noto l’istituto palestinese Arij per le ricerche applicate, specializzato nel monitoraggio delle attività coloniali in Cisgiordania.

Nel rapporto pubblicato dall’istituto si evince anche che il numero dei coloni israeliani è salito da 240 mila nel 1990 a oltre 656 mila nel 2012, con un incremento del 189 per cento.

L’istituto ha riferito che dal marzo 2009, anno in cui Benjamin Netanyahu assunse la carica di primo ministro dello Stato ebraico, ai palestinesi non è stata presentata alcuna alternativa valida per quanto riguarda la situazione politica nei territori occupati. E ha aggiunto che Netanyahu non ha mai considerato i palestinesi come partner nel processo di pace, dando via libera ai lavori di costruzione negli insediamenti della Cisgiordania, ma soprattutto quelli di Gerusalemme Est, annessa unilateralmente ed illegalmente da Israele, dopo la guerra dei sei giorni (5 giugno 1967).

Il centro di ricerche palestinese ha richiamato l’attenzione sul fatto che “nonostante nel novembre del 2009, Netanyahu abbia annunciato il congelamento delle costruzioni negli insediamenti della Cisgiordania, per un periodo di 10 mesi, a partire dal dicembre dello stesso anno, e fino a settembre del 2010, nello stesso periodo, vari ministeri israeliani hanno pubblicato diversi piani per la costruzione di circa 25 mila unità abitative negli insediamenti, il 99 per cento dei quali hanno riguardato Gerusalemme Est, quelli a ridosso della zona a cuscinetto (un’area che Israele mira sottrarre ai palestinesi con la costruzione Muro dell’Apartheid) e gli insediamenti situati nei grandi blocchi coloniali”.

Il rapporto ha sottolineato che “continuare a costruire nei principali blocchi coloniali di Gerusalemme ha lo scopo di isolare la città dal resto della Cisgiordania, in quest’ultima, Israele cerca di garantirsi il controllo dei cinque importanti blocchi coloniali per mantenere una maggioranza demografica ebraica, senza tener conto del prezzo pagato dai palestinesi”.

L’istituto palestinese ha confutato le affermazioni in cui gli israeliani sostengono che le nuove costruzioni sono rese necessarie per tenere il passo con la crescita naturale degli insediamenti. Esso ha rilevato che dal 2000 ad oggi, la popolazione degli insediamenti è cresciuta ad un ritmo annuale che varia tra il 4,7 e il 4,9 % , mentre i dati dell’Ufficio centrale di statistica d’Israele dimostrano che il tasso di crescita della popolazione israeliana è stato del 1,7 per cento annuo.

Stando ai dati ufficiali israeliani, i coloni che vivono negli insediamenti della Cisgiordania occupata, Gerusalemme Est compresa, cui numero ammonta, oggi, a 656 mila, avrebbero bisogno di 2.655 nuove unità abitative ogni anno, considerando un tasso di crescita media del 4,2 per ogni nucleo familiare. Tuttavia, l’analisi fatta dall’Istituto Arij, che ha esaminato fotografie aeree ad alta risoluzione, dimostra che durante il presunto periodo di congelamento delle costruzioni negli insediamenti, annunciato da Netanyahu, 1819 edifici sono stati eretti, con 7.276 unità abitative, in 133 insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, il 274 per cento in più rispetto al fabbisogno stimato.

Mentre alla scadenza del periodo di sospensione, aggiunge il rapporto “altre 11.516 unità abitative sono state costruite nel 2011 (superando del 433% il necessario) e nel 2012, l’eccedenza è stata del 554%, con 14.699 unità. Ciò significa che la crescita in atto negli insediamenti israeliani supera di gran lunga la “crescita naturale” e serve a realizzare gli obiettivi politici di Israele, intenzionato a colonizzare la Cisgiordania e Gerusalemme”.

Nella sua relazione, l’istituto palestinese ha accusato il governo israeliano “di aver incoraggiato i coloni ad appropriarsi delle colline palestinesi, e costruirvi degli avamposti. Nonostante non abbia mai riconosciuto o accettato formalmente la loro presenza, il governo dell’occupazione ha fornito loro varie agevolazioni, dalla protezione militare ai servizi di infrastruttura e al sostegno finanziario”.

Dal rapporto si evince che gli avamposti in Cisgiordania contano circa 232, senza tener conto di quelli smantellati. Inoltre, molti di questi avamposti si sono estesi, diventando quasi degli insediamenti.

Infine, la relazione ha sottolineato che le autorità di occupazione hanno creato una sorta di contiguità territoriale tra gli avamposti e gli insediamenti, con la conseguenza che altri territori palestinesi sono stati sequestrati.