In un rapporto pubblicato domenica 21 luglio, l’ufficio ha affermato che la reazione israeliana alla decisione europea è stata “isterica”.
Ha aggiunto che la risposta del cosiddetto Consiglio degli insediamenti ebraici in Cisgiordania (Yesha), alla decisione europea è stata arrogante, “visto che ha cercato di ricordare agli europei gli avvenimenti della II Guerra Mondiale, la Shoah e la questione ebraica, ritenendo che l’Europa non abbia imparato la lezione storica”.
In un altro contesto, il rapporto ha rivelato che il Consiglio supremo per la progettazione e costruzione, appartenente all’Amministrazione civile, il braccio civile dell’esercito israeliano, ha approvato nuovi piani per la costruzione di più di 1000 unità per coloni. La maggior parte delle quali, 732, sorgeranno a Modi’in Illit, mentre altre 234 sorgeranno a Gilgal, nella Valle del Giordano, 38 a Kokhav Ya’akov, 31 ad Almog, 19 a Kfar Adumim (nel quartiere di Nofei Prat) e 17 a Shilo.
Inoltre, il rapporto ha reso noto che il governo israeliano sta iniziando la costruzione della più grande strada coloniale in Cisgiordania, che collegherà le città con gli insediamenti. L’autostrada 9, il nome della nuova strada, sarà lunga 183 chilometri e partirà dalla zona costiera, nei pressi di Khudaira, per percorrere l’intera Cisgiordania, dai villaggi di Baqa al-Gharbiyye e Jet a nord, dove verranno confiscati 700 dunum di terra palestinese (1 dunum=1000mq), fino a Jenin, nella Cisgiordania settentrionale e la Valle del Giordano, nei pressi del confine giordano-palestinese, con più di 20 mila dunum di terra confiscati.